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Camusso e Marcegaglia a Confronto a Bologna

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La Cgil farà lo sciopero generale per senso di responsabilità e per indurre il Paese ad un cambiamento in una situazione in cui il governo sta “affossando” l’Italia. Lo ha chiarito il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, durante un confronto pubblico a Bologna con il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

“C’è un momento – ha detto il leader sindacale – in cui tutti i soggetti devono prendersi le loro responsabilità. La responsabilità della Cgil è anche quella di essere un soggetto del Paese che non rinuncia a dire che con queste scelte, con queste modalità, il governo sta affossando questo Paese. La scelta di dire che la Cgil farà lo sciopero generale – ha continuato Camusso – è una scelta di responsabilità”. Riferendosi a chi ha definito lo sciopero generale uno strumento spuntato Camusso replica che “il movimento sindacale non ne ha altri a disposizione. Per noi è uno strumento come un altro”. Circa il giorno dello sciopero, il segretario della Cgil chiarisce che la mobilitazione si farà “esattamente quando servirà a dare il segno nella nostra responsabilità che il governo ed il Paese devono cambiare passo perchè a questo Paese – ha concluso – così non ce la fa”.

Lo sciopero generale è un diritto ma, in questo momento, sarebbe più utile rimanere uniti per far sentire sempre più forte la voce di imprenditori e lavoratori che su tanti temi hanno una visione comune. Questa la posizione di Confindustria sullo sciopero generale annunciato dalla Cgil per protestare contro le politiche economiche del Governo. “Se lo fa per stare vicino alle imprese – ha detto il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, rispondendo al leader della Cgil Camusso – forse preferirei che stesse vicino alle imprese aiutandoci e supportandoci sulla produttività”.

“Premetto che è un loro diritto – ha ribadito il leader degli industriali, riferendosi ancora allo sciopero generale dei lavoratori – e se decidono di farlo lo fanno. Penso che in un momento come questo, così difficile, sia più utile lavorare insieme e ed essere uniti per far valere le ragioni di chi lavora. Credo che sui grandi temi dello sviluppo, della crescita, siamo dalla stessa parte. Dal mio punto di vista sarebbe più utile – ha aggiunto Marcegaglia – unire le forze, ragionare insieme e cercare veramente di far sentire sempre piu’ forte la voce di chi lavora e di chi fa impresa, che su tante cose sono le stesse”.

“Non è più accettabile che in Italia non si possa fare una riforma fiscale. Si può e si deve fare una riforma fiscale perchè oggi le tasse le pagano solo due tipologie: le imprese e i lavoratori”. Ha detto il presidente di Confindutria. Citando dati dell’ Ocse, il leader degli industriali ha spiegato: “Nelle imprese chi paga le tasse ha una pressione fiscale complessiva del 68 per cento. E’ un dato pazzesco. In Germania, nostro competitor, siamo al 48 per cento. In Svezia al 57 per cento. Cosi’ – ha concluso – non si può stare”.

Sulla ripresa delle trattative sul patto per la crescita e la produttività “credo che ci siano tutte le condizioni per discutere, se però si fermano i guastatori”: ha detto il segretario Cgil Camusso. Il leader sindacale ha specificato che “se ogni giorno c’è un guastatore all’opera bisogna cominciare sempre daccapo perchè non ci si riconosce reciprocamente. E forse – ha continuato – ci si spiega perchè a un certo punto quel tavolo si è fermato, c’erano tanti guastatori all’opera. Penso che quello che viene chiamato patto per la crescita o patto per i produttori – ha detto ancora Camusso – ha in sè una premessa: che le parti si riconoscano e si rispettino. Se avviene questo c’è un funzionamento democratico e c’è il diritto dei lavoratori di decidere chi li rappresenta”.

Disponibilità a riprendere il confronto sulla produttività anche da parte di Confindustria: “Da parte di Confindustria – ha detto Marcegaglia – c’è tutta la volontà di trovare un accordo complessivo. Tutti dobbiamo fare uno sforzo e nessuno deve rimanere sulle proprie posizioni preconcette. Sono d’accordo – ha continuato il leader degli industriali – che bisogna riconoscersi. Dall’altra parte non bisogna più ragionare con le vecchie logiche. Dobbiamo fare un passo in avanti – ha concluso – perchè la competizione è durissima”.