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Libia: Cgil e Arci Emilia Romagna chiedono la convocazione straordinaria del Consiglio Regionale


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Di fronte alla brutale repressione delle manifestazioni in Libia e negli altri paesi del nord Africa e del Golfo occorre intervenire con fermezza e senza ulteriori esitazioni. Basta con il silenzio e le connivenze. Basta con il cinismo, con la stupidità, la miopia, l’indifferenza.

Come Cgil e Arci regionali Emilia Romagna condividiamo profondamente il contenuto e lo spirito che anima l’appello promosso dalla Tavola della pace sottoscritto dalle nostre organizzazioni nazionali e intendiamo promuoverne le adesioni e sostenerne le proposte anche in Emilia Romagna.

Invitiamo tutti i cittadini ad esporre la bandiera della pace al balcone di casa in segno di solidarietà con i giovani e i popoli in lotta per la dignità, i diritti umani, la libertà, la democrazia e lo stato di diritto nel mondo arabo.

Chiediamo alla Regione Emilia Romagna la convocazione straordinaria del Consiglio Regionale sulla situazione determinatasi nei paesi del nord Africa e del Golfo.

Il senso di una tale convocazione straordinaria – come richiamato nell’appello – dovrebbe essere quello di esprimere un atto politico di diplomazia dal basso, dalle città e dalle Regioni che:

– si rivolga al popolo libico e degli altri paesi in rivolta indicando la ferma volontà dei cittadini di stare a fianco delle popolazioni nella loro lotta per la libertà e la democrazia;

– chieda la immediata fine della repressione in Libia denunciando il regime di Gheddafi come responsabile di crimini verso il proprio popolo;

– denunci la inerzia e la assoluta inadeguatezza della iniziativa del governo italiano ma in generale di tutti i governi europei e della stessa UE, rivendicando un cambio deciso di atteggiamento nei confronti del regime libico;

– chieda al governo italiano e alla UE di organizzare una accoglienza civile e dignitosa alle popolazioni in fuga dai loro paesi sconvolti dagli eventi di questi giorni e esposti a rischio di feroci repressioni.

Consideriamo importante che in una tale occasione vengano individuate le forme per aprire la discussione del Consiglio Regionale al confronto con le forze sociali tradizionalmente impegnate nella solidarietà e accoglienza e con le rappresentanze dei tanti cittadini dei paesi coinvolti dalla “rivoluzione dei gelsomini” che vivono e lavorano nella nostra regione.