“E’ desolante la risposta della Regione alla mia interrogazione con la quale chiedevo conto di cause, responsabilità e costi legati al crollo di parte del muro perimetrale del Castello di Montecuccolo, a Pavullo nel Frignano. Dalla risposta della Regione emerge che il muro del castello, crollato nel dicembre 2010, era stato ricostruito nel 2009 senza tenere conto delle cause che ne avrebbero, di fatto, causato il successivo cedimento. Cause che oggi la Regione ci ha chiaramente elencato e che evidentemente non sono state prese in considerazione da chi ha dato il via ai lavori. Il più prestigioso simbolo della cultura e della storia del Frignano, casa natale del grande condottiero, eroe in mezza Europa e difensore della cristianità, Raimondo Montecuccoli, è stato violato e offeso dal lassismo amministrativo e dagli errori tecnici di chi invece dovrebbe occuparsi della sua riqualificazione”.
Lo ha comunicato il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, rendendo noto i contenuti della risposta dell’Assessore regionale alla Cultura Mezzetti sulle cause ed i costi del crollo di muro perimetrale del Castello di Montecuccolo, a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena.
“Dalla dettagliata risposta della Regione emerge che ricostruire i quasi 20 metri di muro costerà 142.000 euro. Emerge inoltre che sia i cedimenti preliminari, avvenuti nel gennaio e nel novembre 2010, sia il crollo totale del muro, avvenuto nel dicembre del 2010, si potevano evitare. Il muro del castello ha ceduto infatti sotto la spinta del peso del terreno dell’area cortiliva appesantito sia dall’acqua delle precipitazioni non drenata, sia dalle grandi quantità di detriti di ferro e calcestruzzo accumulati nell’area cortiliva interna al muro a seguito dei lavori di ristrutturazione del castello. La Regione conferma che tra le cause del crollo ci sarebbe, oltre al peso di ferro e cemento depositato nel terreno, anche la compattezza delle rocce su cui poggia il muro che non avrebbe consentito lo scolo delle acque, aumentando ulteriormente la spinta contro il muro. Se le cause che hanno provocato il crollo sono così chiare ed evidenti, perché nessuno le ha considerate prima delle costruzione del muro? Chi aveva la responsabilità ed il dovere di farlo? Perché, dopo il primo cedimento, nessuno è intervenuto per evitare il crollo successivo? E’ paradossale che dalla risposta della Regione, così chiara nell’individuare le cause, non emerge alcuna responsabilità. Dalla risposta della Regione emerge poi che il Comune di Pavullo, pur di fronte alla disamina delle cause, abbia escluso che il crollo del muro sia stato causato da errori nell’esecuzione dei lavori e abbia affermato che le indagini preliminari avevano escluso criticità statiche del muro. Incredibile. La colpa del crollo del muro allora di chi è? Di nessuno? Di chi l’ha costruito? E’ possibile che nessuno sia responsabile di quanto successo? Ora chi pagherà i 142 mila euro di danni per un crollo evitabile? Fatto sta che a poche settimane dalla possibile riapertura del castello davanti all’ingresso principale, c’è un cumulo di macerie che rimarrà tale per un tempo indefinito, simbolo di incuria e di incapacità tecnica, amministrativa e politica”