Parole offensive per la scuola pubblica e per i docenti e i dirigenti che ogni giorno fanno il proprio dovere con passione, sono state quelle espresse dal presidente del Consiglio sabato scorso.
Crediamo fermamente che il ruolo della scuola pubblica, come previsto dalla nostra Costituzione, non è quello che le attribuisce il presidente del Consiglio di conculcare dei principi, ma di stimolare lo spirito libero e critico di bambini e ragazzi. La scuola non si contrappone (come vuol far credere il presidente dl Consiglio) alle famiglie, ma dialoga in un confronto continuo con i genitori sul percorso educativo. Parole offensive, per di più condivise dal Ministro dell’Istruzione, che, da una parte, si vanta di aver approvato la riforma epocale della scuola e, dall’altra, ha tagliato 132.000 posti e 8 miliardi di euro in 3 anni.
Finora da questo Governo il personale della scuola ha ricevuto solo tagli, licenziamenti di massa di precari, il blocco dei salari e dei contratti e continue mortificazioni della propria professionalità. In una qualsiasi epoca della storia della Repubblica italiana un ministro dell’Istruzione che avesse attaccato la propria scuola, sarebbe stato dimissionato dalla sua stessa maggioranza.
La verità è che il ministro Gelmini non ama la scuola pubblica e gli insegnanti, paradossalmente sembra perseguire l’obiettivo di sgretolare e dequalificare proprio l’istruzione pubblica, alla cui massima carica di rappresentanza è preposta. Queste ulteriori dichiarazioni del Ministro, devono spingere i docenti ad un sussulto di dignità e alla richiesta di rispetto della loro professionalità e del loro impegno.
Invitiamo perciò tutti gli operatori della scuola ad aderire allo sciopero generale della Flc/Cgil il prossimo 25 marzo.
(Stefano Colombini, segretario provinciale sindacato scuola-università Flc/Cgil Modena)