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Nucleare, Fabio Filippi (PDL): ha ragione Veronesi

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In materia di energia nucleare concordo con quanto affermato dal Prof. Umberto Veronesi, presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, in occasione di una intervista del 3 marzo scorso: “Senza nucleare l’Italia è un paese morto: tra cinquant’anni finirà il petrolio, tra 80-100 il carbone, seguito dal gas. Altre fonti non saranno sufficienti a fornire l’energia di cui abbiamo bisogno. Il risultato? Non avremo la luce, non potremo far funzionare i computer o i frigoriferi e neppure far viaggiare i treni”.

Troppo spesso la paura del nucleare è frutto di ignoranza. Sono timori vaghi e confusi, sui quali giocano alcuni movimenti politici.

Oltretutto l’Italia è costretta attualmente a comprare, a caro prezzo, energia nucleare da paesi confinanti, come la Francia: quindi se vogliamo parlare di rischi, oltretutto ingigantiti dalla propaganda rosso-verde, ma assolutamente privi di fondamento scientifico, oggi viviamo una situazione paradossale: condividiamo i rischi con Paesi geograficamente vicini, senza potere fruire dei vantaggi economici derivanti dall’uso del nucleare per produrre energia.

Tutti i Paesi d’Europa puntano sull’energia nucleare: la Svizzera ha previsto otto centrali con una popolazione dei otto milioni di abitanti; la Francia di centrali ne ha 62. D’altronde le energie rinnovabili non costituiscono un’alternativa sufficiente ai bisogni energetici dell’Italia: dalle biomasse e dalla geotermica può arrivare l’1-2% del fabbisogno italiano; l’idroelettrica è praticamente già al massimo del suo sviluppo; per quanto riguarda l’energia eolica potremmo, per assurdo, riempire la penisola di pale, ma arriveremmo a coprire il 10-15 % del fabbisogno italiano di energia e provocheremmo un danno grave al turismo e al paesaggio.

Per quanto riguarda l’energia solare va detto che tale tipo di energia può soddisfare solo esigenze minime: può essere adatta ad usi domestici, non certo a far funzionare una grande fabbrica o ad illuminare una città.

Penso ad una energia atomica che abbia fini di pace, per un uso civile, non certo per fini bellici: in ogni caso realizzare una centrale per produrre energia non ha alcuna attinenza con l’uso bellico de nucleare.

(Fabio Filippi)