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Donazione del sangue del cordone ombelicale: ottimi risultati per l’Ospedale Ramazzini di Carpi


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Se una mamma dona il cordone ombelicale del suo bambino può salvare la vita di altri bambini. Il sangue contenuto nel cordone reciso durante il parto, infatti, contiene cellule staminali utili a curare malattie del sangue e del sistema immunitario. Obiettivo delle strutture sanitarie è aumentare il numero di donne che fanno questa donazione, ma è anche fare in modo che il sangue contenuto nel cordone, dopo aver superato rigorosi test, arrivi e venga conservato nella banca regionale del sangue cordonale per essere poi trapiantato in persone ammalate.

In questa ottica sta lavorando l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Carpi che svolge da diversi anni l’attività di raccolta e che, grazie al lavoro di medici e ostetriche, ha raggiunto importanti risultati non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. La struttura carpigiana, nel 2010, ha inviato 57 cordoni alla banca regionale, dei quali 24 sono stati conservati. Un numero che colloca il Ramazzini, in una speciale classifica di solidarietà, al quarto posto su 31 punti nascita dell’Emilia-Romagna (dopo l’Ospedale di Imola e i Policlinici di Reggio Emilia e Bologna) e al primo posto se consideriamo il rapporto percentuale fra sacche congelate e inviate (a Carpi la percentuale è del 42,1 per cento, rispetto a una media provinciale del 24 per cento e regionale del 20,1 per cento).

“All’Ospedale di Carpi abbiamo lavorato, oltre che sulla sensibilizzazione delle future mamme, anche sul miglioramento delle procedure di raccolta del sangue in modo da ridurre al minimo le sacche scartate e quindi aumentare il numero di quelle effettivamente congelate presso la banca regionale” spiega il dottor Paolo Accorsi, direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del Ramazzini. “In particolare, abbiamo fatto un accurato lavoro di revisione di tutti i passaggi, dalla selezione delle mamme fino alla raccolta e l’invio della sacca, concentrandoci anche sugli aspetti formativi delle ostetriche che hanno un ruolo chiave nella raccolta del sangue cordonale. Un lavoro di equipe che ci ha consentito di raggiungere risultati molto lusinghieri”.

Come si diventa donatrici di sangue cordonale

Le donne che desiderano donare il sangue del cordone ombelicale possono rivolgersi al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale in cui partoriranno per manifestare la propria volontà alla donazione. La donazione è anonima e gratuita. L’iter prevede il colloquio della futura mamma con un medico o una ostetrica, per verificare che sussistano tutte le condizioni di salute necessarie alla donazione. Al momento del parto (o del taglio cesareo), dopo il taglio del cordone ombelicale, il sangue viene prelevato dalla parte del funicolo inserito sulla placenta e messo in un’apposita sacca sterile. Tutto ciò non comporta, come è facilmente comprensibile, alcun rischio né per la donna, né per il suo bimbo. Tra i 6 e i 12 mesi dopo il parto, la mamma e il neonato verranno sottoposti ad ulteriori controlli, necessari a confermare definitivamente l’idoneità del sangue prelevato.

La donazione del sangue cordonale richiede la presenza in sala parto di personale appositamente formato e la possibilità di trasferire il sangue raccolto presso la banca di conservazione entro 36 ore dal parto. Nella nostra provincia, oltre che presso il Ramazzini, la donazione è possibile al Policlinico di Modena e negli ospedali di Mirandola, Sassuolo e Pavullo. Le sacche raccolte vengono inviate alla banca regionale del sangue cordonale che ha sede presso il Centro trasfusionale del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna.

I dati provinciali e regionali

Nel 2010, in Emilia-Romagna, sono state inviate alla banca regionale 1.943 unità di sangue cordonale, di cui 392 sono state congelate. I punti nascita della provincia di Modena hanno inviato alla banca regionale 229 unità, delle quali 174 sono state scartate e 55 congelate. L’Ospedale di Carpi ne ha inviate 57, delle quali 24 sono state congelate. I numeri dimostrano che un’elevata percentuale di sacche di sangue raccolte vengono scartate. Questo avviene sostanzialmente perché non contengono una quantità di sangue tale da garantire un numero sufficiente di cellule staminali necessarie per il trapianto.

Le sacche valutate idonee per trapianto vengono congelate e conservate in azoto liquido anche per 20 anni. La banca del sangue cordonale detiene i dati genetici del sangue donato e li trasmette al registro nazionale (Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo) e internazionale (WMDA – Associazione Mondiale Donatori di Midollo). In questi grandi database elettronici, su richiesta del centro trapianti che ha in cura un malato, si esegue la ricerca delle unità di sangue compatibili.

Per ulteriori informazione Numero verde del Servizio sanitario regionale 800 033 033 (tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30) Internet: www.saluter.it/trapianti

Nella foto il gruppo di lavoro del progetto donazione cordone ombelicale. Al centro il dottor Accorsi