Nota dell’assessore comunale Iuna Sassi: “aderiamo alla mobilitazione a sostegno della scuola pubblica”.
Il Presidente del Consiglio e la Ministra Gelmini non potranno accusare di partigianeria il mondo della scuola che oggi, sabato 12 marzo, scende in campo e in piazza a tutela della propria libertà di insegnamento e in nome del proprio orgoglio di istituzione e professione. Se la sono cercata e meritano una risposta, la scuola italiana non è priva di sofferenza e difetti. Li denunciamo ogni giorno.
Ma la scuola italiana è anche e soprattutto una realtà educativa, culturale e sociale. È una diffusa aggregazione e organizzazione di risorse umane, di persone che ogni mattina si mettono in moto e si mettono in gioco per finalità scritte nella nostra Costituzione.
La scuola è una grande istituzione ed è per sua natura luogo vivo e creativo, luogo di una forte interazione culturale e umana tra adulti – dirigenti, docenti, famiglie – bambini e giovani vivi e creativi che non subiscono, ma reagiscono ed interagiscono.
La scuola non è una trasmissione televisiva con pochi divi e registi e molti spettatori passivi. Non è marketing o pubblicità che deve per forza vendere un prodotto.
Per queste operazioni, signor presidente del Consiglio, il suo verbo “inculcare” è appropriato, ma per la scuola non è così. Non ha nulla a che fare con i fenomeni palesi ed occulti. La scuola non vende prodotti buoni o cattivi. È essa stessa il valore e il prodotto.
È grave che non ci sia questa consapevolezza in chi da oltre dieci anni, con brevi interruzioni, regge il Governo e il Ministero dell’Istruzione.
E non è meno grave il tentativo di contrapporre la scuola alla famiglia, anche solo per cercare di recuperare consenso.
Lasciamo stare le ironie, troppo facili, su Berlusconi e la famiglia. La questione è pensare “la libertà nella scuola e della scuola”, come afferma la Costituzione, contrapposta ai valori della famiglia; è una enorme e imperdonabile sciocchezza.
Dove ci porta, dove porta la scuola e dove porta la famiglia una contrapposizione di questo genere?
Tutto questo getta una luce sui gravissimi tagli che la scuola sta subendo. Come Giunta comunale ricordiamo al Governo che i vincoli di Bilancio e il contenimento della spesa sono una necessità, ma non sono una necessità che si può scaricare sulla scuola. Altri Paesi fanno esattamente l’opposto, investono di più.
Ma poi, perché i tagli sono lineari? Dove sono le politiche di qualità della scuola? Dov’è il premio alla professionalità dei docenti? Dove sono gli incentivi alla qualità?
Dopo le parole del presidente del Consiglio sull’incultura e dintorni, non ci sono dubbi.
È la scuola che deve avere l’orgoglio di se stessa e guidare la propria ricerca di qualità.
(Iuna Sassi, Assessore Educazione)