La consigliera provinciale del Pd Valeria Montanari ha presentato un ordine del giorno per rilanciare la promozione dell’imprenditoria femminile e, soprattutto, l’introduzione di premi per le aziende dotate del certificato di genere.
“Un sistema premiante, tangibile in termini economici, a favore delle imprese in possesso della certificazione di genere”. È questa la proposta che la consigliera provinciale del Pd Valeria Montanari ha lanciato nell’ordine del giorno presentato giovedì 10 marzo in Consiglio provinciale.
“Visto l’impegno della Provincia di Reggio Emilia nel fronteggiare la crisi economica e in materia di lavoro, formazione ed innovazione, anche rispetto alla promozione dell’imprenditoria femminile – ha detto Valeria Montanari – chiedo alla Giunta un impegno per proseguire il percorso intrapreso e, soprattutto, adottare ulteriori misure che sostengano le imprese sensibili al tema, per esempio pensando all’assegnazione di un punteggio aggiuntivo nelle gare di appalto, o di una riserva”.
Si tratta, come precisa la consigliera del Pd, di una proposta già contenuta in un ddl, presentato dall’opposizione in Parlamento, “che prevedeva l’obbligo di valutazione del rispetto della parità di genere, da parte delle amministrazioni pubbliche, in sede di aggiudicazione di appalti, con la previsione di una riserva di punteggio per le imprese in possesso del certificato di genere”.
Secondo la consigliera del Pd, sarebbe opportuno estendere “il dibattito a livello nazionale, con l’eventuale collaborazione di altre istituzioni provinciali e regionali, affinché siano promosse azioni ed iniziative che portino vantaggi concreti, in termini economici, a quelle imprese sensibili alle differenze e alla crescita professionale, nel rispetto della parità di trattamento. In tal senso, credo si debba considerare la maternità come valore sociale, ma anche imprenditoriale, nello stimolare l’esercizio dei diritti di paternità in azienda”.
L’ordine del giorno è stato presentato alla luce del “problema della valorizzazione della donna e delle sue competenze che sta travolgendo in questi giorni l’Italia. Sono moltissime le donne e gli uomini che si ribellano all’immagine femminile rappresentata dai media e dai fatti di cronaca – ha precisato Montanari – Inoltre, la questione riguarda l’ambito economico e politico, partendo dal fatto oggettivo, a parità di competenze, della differenza retributiva, della possibilità di carriera e di stabilità lavorativa tra uomini e donne. Le differenze ‘naturali’ tra di essi, e tra le persone in generale, rappresentano una ricchezza per la società e per il mondo imprenditoriale. In quanto tali devono essere valorizzate, così come la maternità e la paternità in un giusto equilibrio di ruoli e responsabilità”.
In merito all’introduzione di un certificato di genere per le aziende, la consigliera ha fatto notare che “le imprese hanno bisogno di sostegno, attraverso politiche vere che le mettano in condizione di costruire un sistema di welfare aziendale in un’ottica anche di genere. Un simile sistema dovrebbe premiare i talenti, prevedere percorsi di crescita professionale in modo paritario e modelli organizzativi che permettano di conciliare gli impegni di lavoro con quelli di vita e cura di donne e uomini”.
La certificazione di genere rientra tra i sistemi di certificazione di qualità delle imprese. “I vantaggi consistono nel miglioramento degli aspetti di gestione interna, quale il clima aziendale, la qualità di vita/lavoro, la motivazione e l’impegno, nonché una riduzione dell’assenteismo e del turn over – spiega Montanari – È scientificamente provato, oltre che logico, come il benessere della popolazione aziendale incida in modo significativo sulla produttività. Un altro vantaggio per l’azienda è il miglioramento dell’immagine esterna: il posto di lavoro diventa più attraente, poiché l’azienda è considerata equa in termini di pari opportunità ed in grado di offrire una miglior qualità del prodotto e del servizio. A riguardo, le azioni di promozione di politiche di pari opportunità intraprese dall’Unione Europea hanno portato a risultati che attestano, nelle imprese coinvolte, un aumento della motivazione del 58%, un aumento della soddisfazione del cliente del 57% ed un miglioramento dell’immagine aziendale del 69%”.