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Costi politica, Uil: in E-R 570 milioni l’anno


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In Emilia Romagna i costi, diretti e in diretti, della politica ammontano ogni anno a quasi 570 milioni di euro: e’ quanto emerge da uno studio della Uil coordinato dal segretario confederale Guglielmo Loy sui bilanci pubblici di regione, province e comuni, che verra’ discusso domani in un incontro pubblico a Bologna. Studio in base al quale il sindacato lancia l’invito ad allegerire i conti, anche alla luce di una crisi pesante che si fa sentire. “La politica si sburocratizzi e rinunci a qualche privilegio di troppo per tornare ad essere un valore percepito con rispetto da ogni cittadino – e’ l’invito di Gianfranco Martelli, segretario generale U.R. Uil Emilia Romagna e Bologna – assolvendo, cosi’, al meglio all’importante compito che le compete”.

Dallo studio emerge che dai costi complessivi addebitati alla politica (quasi 570 mln), 205 milioni di euro sono addebitabili ai costi di funzionamento di giunte e consigli e ben 363 milioni di euro a consulenze-indennita’-gettoni di presenza nei CdA. Un onere che suddiviso tra i 2.709.769 contribuenti emiliano romagnoli corrisponde ad una ‘tassa’ pro capite di 210 euro (76 euro per organi istituzionali piu’ 134 euro per consulenze e quant’altro).

Entrando nel dettaglio, viale Aldo Moro per far marciare giunta e assemblea legislativa, nel 2011 ha messo in conto di spendere – sottolinea ancora la Uil – 37 milioni di euro. Con una diminuzione dei costi dello 0,7% rispetto all’anno precedente: una scelta frutto – in parte – del taglio del 10% delle indennita’ dei consiglieri regionali previsto dalla finanziaria regionale. Un gradino sotto, le Province con 21 milioni di euro di costi. Tracciando poi un’ideale graduatoria, Rimini con i suoi quasi 3.400 mila euro e’ meno virtuosa se confrontata a quanto avviene nel capoluogo emiliano romagnolo. Per quanto riguarda invece il funzionamento dei comuni (in regione se ne contano 348) la spesa ammonta a quasi 148 milioni di euro: di questi, 58 milioni di euro vanno per il funzionamento degli organi dei dieci capoluoghi e circa 90 milioni di euro per i restanti 338. Particolarmente oneroso e’ il comune di Bologna con i suoi 24 milioni di euro nel 2008.

Palazzo d’Accursio stacca di molte lunghezze Ferrara, Reggio Emilia e Ravenna. “Tagliare i costi – commenta Martelli – si puo’ e si deve. Ad esempio, dei 348 Comuni della nostra regione, 157 sono al di sotto dei 5 mila abitanti. Riteniamo che si possano risparmiare alcune decine di milioni di euro, facendo un’operazione di accorpamento, aggregando e mettendo a rete costi e servizi. Si creerebbero cosi’ 52 realta’ con un bacino di utenza vicino a 15 mila abitanti”.

Infine una proposta concreta per raggiungere l’obiettivo: “Riorganizzando i livelli istituzionali, complessivamente intesi; diminuendo del 20% i costi della politica, diretti ed indiretti, compresi quelli degli Enti e delle partecipate pubbliche, senza mettere a repentaglio la funzionalita’ del sistema istituzionale nella nostra Regione- conclude Martelli – si potrebbero risparmiare oltre 120 milioni di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate in termini piu’ strutturali per la comunita’, oppure con i quali si potrebbe decidere di abbassare le tasse ai cittadini, in modo particolare sui redditi da lavoro e da pensione”.