Solo una decina giorni fa, a mezzo stampa, l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni pretendeva pubblicamente le scuse del sottoscritto e del dottor Giandomenico Borghi, critici verso l’operato della giunta regionale in ambito rurale.
Rabboni rimarcava, l’impegno della Regione nei confronti del mondo agricolo, esponeva una serie di dati che poi non hanno trovato riscontro nella realtà. L’assessore riferiva di 92,7 milioni di euro riservati alla provincia di Reggio Emilia attraverso il piano di sviluppo rurale regionale. Ma quanti di questi fondi finiranno realmente nelle tasche degli agricoltori? Come sempre, tutto andrà a riempire il pentolone della cosiddetta “filiera”? I soliti finanziamenti alle coop? Questo è quanto il sottoscritto, l’amico Borghi e soprattutto i tanti agricoltori reggiani si domandano.
In particolare, l’assessore asseriva che attraverso la delibera n. 269 del 28/02/2011 sarebbero stati integrati di 22.454.000 di euro, le assegnazioni alle Province per la Misura 121 a favore delle aziende agricole tradizionali. Risulta, al contrario, che la somma sia stata riservata interamente all’Asse 1, capitolo che interessa solo marginalmente le aziende agricole tradizionali, in quanto si va a finanziare il biologico, le forestazioni ad altri settori che non riguardano direttamente il settore agricolo.
Molti agricoltori mi chiedono di riformulare nuovamente la richiesta a Rabboni affinché finanzi la Misura 121, relativa all’ammodernamento delle aziende agricole, unico capitolo del piano di sviluppo rurale rivolto alle aziende non aderenti alla filiera.
Dagli ultimi dati forniti dalla Provincia di Reggio Emilia emerge uno stanziamento di fondi regionali riservati alle strutture agricole della provincia di Reggio Emilia pari a 954.000 euro, fondi in grado di coprire solo 4 interventi sulle 60 richieste di intervento.
Quanto al tanto atteso piano latte finanziato con circa 19.000.000 di euro, risulta sarà vincolato al sistema della filiera, neanche un Euro quindi alla Misura 121, gli agricoltori per accedere ai fondi saranno costretti a legarsi al sistema cooperativo, insomma una specie di tangente camuffata con il termine di filiera.
Anche questa volta Rabboni riempie le casse delle cooperative rosse lasciando a bocca asciutta le aziende agricole sane che sostengono l’economia emiliano-romagnola.
Le associazioni di categoria, se non vogliono chiudere i battenti, dovranno farsi sentire al più presto e non accontentarsi delle briciole che cadono dal tavolo rosso di Errani
(Fabio Filippi)