Home Bologna Ordigni davanti uffici Eni a Bologna, Procura: segnali inquietanti

Ordigni davanti uffici Eni a Bologna, Procura: segnali inquietanti


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”Siamo molto preoccupati per questi segnali inquietanti che arrivano e che vanno decifrati”. Lo ha detto il procuratore di Bologna Roberto Alfonso rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano degli ordigni rudimentali esplosi la scorsa notte davanti agli uffici commerciali dell’Eni e del precedente attentato incendiario, di venerdì notte all’Ibm.

”Dovremo capire – ha aggiunto Alfonso – perchè ben due episodi in pochi giorni. E’ un’attività pericolosa e allarmante di per sè, non solo perchè colpisce delle aziende. Dovremo capire il perche’ e perche’ in questo momento. Domani i magistrati che si occupano della vicenda si incontreranno con gli investigatori della Digos per compiere un’analisi dei fatti, anche sulla base di elementi raccolti”.

Riguardo all’ipotesi di reato, di cui si occuperà appunto la riunione di domani e ”che verra’ decisa anche sulla base di elementi di dettaglio”, il Procuratore ha spiegato che ”dovrà essere qualcosa di diverso dal danneggiamento”.

”Se si trattasse solo di un danneggiamento – ha aggiunto – anche voi giornalisti non sareste qui a chiedermi l’ipotesi di reato. Speriamo che le indagini siano fruttuose – ha concluso – altrimenti la situazione diventerebbe allarmante e noi non vogliamo perdere il controllo della situazione”.

Un inquirente ha commentato che si è trattato di fatti ”prevedibili perchè l’acuirsi delle tensioni sociali rendono più aspro il conflitto e danno la stura ad azioni del genere”.

”Il ritmo è incalzante – ha osservato ancora l’inquirente – è di un attentato incendiario a settimana. Sono la virulenza e l’intensita’ che sorprendono. Dal canto nostro abbiamo messo in campo iniziative investigative e di monitoraggio del fenomeno. La Procura di Bologna ciò che doveva fare lo ha fatto”.

”Si tratta di episodi in linea con gli altri dell’anarco-insurrezionalismo. Poco gravi come qualificazione dei fatti e come conseguenze (a parte la pentola esplosiva di via Terribilia del 2001 che poteva avere gravi conseguenze).

Episodi che sembrano servire a turbare l’opinione pubblica e tenere accesa la fiammella anarchica. Fatti che non puoi qualificare come 270 bis (associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico), e quindi devi cercare con il lumicino il modo per ottenere, ad esempio, le intercettazioni. E quella del 270 bis si e’ rivelata in passato una scelta infelice dal punto di vista giuridico e sostanziale. Da’altronde e’ un’area caratterizzata da spontaneismo, e una struttura organizzata e’ contraddittoria con l’idea anarchica. Il salto di qualita’ investigativa e’ dato dal tipo di reato che si contesta. Ma tutto diventa piu’ complicato con reati minimi, forse volutamente, che rendono difficile anche la cattura”.