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La Guardia di Finanza scopre nel bolognese evasione per 15 milioni


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La Guardia di Finanza di Imola ha scoperto una ragnatela di società operanti nel settore dei trasporti che non hanno mai versato le imposte e che in alcuni casi sono risultate completamente sconosciute al Fisco. Le indagini, dirette dal pm Manuela Cavallo, della Procura della Repubblica di Bologna, sono iniziate verso la fine del 2009 ed hanno avuto origine da una verifica fiscale nei confronti di una società di Castel San Pietro Terme. Dalle investigazioni è emerso che un ragioniere di 68 anni originario del pesarese e la moglie, una 52enne di Napoli, entrambi residenti a Bologna, avevano creato una rete di società utilizzando anche dei prestanome ai quali, in cambio di compensi in denaro, veniva attribuita la carica di amministratore e che firmavano documenti in bianco (lettere, assegni, carta intestata), da utilizzare a seconda delle esigenze. Il meccanismo fraudolento prevedeva l’utilizzo di fatture false per abbattere i ricavi e l’indebito ricorso a sgravi contributivi grazie alla simulazione del licenziamento dei lavoratori, che venivano iscritti nelle liste di mobilità per essere contestualmente riassunti utilizzando altre società, con diversa ragione sociale e compagine societaria ma di fatto riconducibili agli stessi indagati. I proventi degli illeciti venivano in parte reimpiegati nell’attività illecita ed in parte utilizzati per l’acquisto di immobili.

La Guardia di Finanza ha proceduto anche al sequestro di beni e conti correnti per un totale di 3 milioni. Nove le società complessivamente coinvolte, che hanno evaso imponibili per oltre 15 milioni ed un’iva di oltre 3 milioni, oltre a rendersi responsabili della sottrazione di contributi per circa 370.000 euro e del mancato versamento all’lnps di somme per circa 1 milione in totale. Quindici gli indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta e reati tributari vari.