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L’assessore Rabboni a Filippi sulle misure di sostegno del parmigiano Reggiano


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Le misure adottate a sostegno del Parmigiano-Reggiano, sono state oggetto in Aula di un’interpellanza presentata da Fabio Filippi (pdl) alla quale ha risposto l’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni.

Il consigliere ha chiesto in particolare quali iniziative siano state programmate o già adottate dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano e dalla Regione Emilia-Romagna per tutelare e promuovere un settore produttivo “essenziale per la nostra economia” e se la Giunta regionale reputi opportuno individuare differenti livelli di qualità del prodotto e fissare, in collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano, nuovi parametri, legati alla geografia e alla produzione del formaggio, come già avviene per i vini e per altri prodotti pregiati. “La qualità del formaggio si misura anche dalle aree di produzione, importanti per stabilire le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche del prodotto”, – ha osservato Filippi che in proposito ha anche chiesto se la Regione ritenga utile differenziare il marchio del formaggio prodotto in montagna: più costoso in fase di produzione e con caratteristiche qualitative più elevate.

“Dopo un lungo periodo di crisi il Parmigiano Reggiano sta attraversando una positiva fase di rilancio e il prezzo del prodotto all’ingrosso attualmente è ai massimi di sempre”, ha dichiarato l’assessore Rabboni, informando su una serie di interventi adottati per contribuire alla nuova situazione. In particolare Rabboni ha ricordato che al 2010 la Regione ha impegnato circa 56 milioni di euro per misure nel settore lattiero caseario nell’ambito delle quali sono stati approvati 11 progetti di filiera relativi al comparto del Parmigiano Reggiano, cui hanno partecipato 907 aziende per una spesa ammissibile di 40,1 milioni di euro e un contributo di concedibile di 15,6 milioni. Tre di questi progetti si sviluppano in aree montane. Entro l’estate la Regione promuoverà un nuovo bando regionale per ulteriori 19,5 milioni di euro di sostegno a nuovi interventi strutturali nel comparto lattiero caseario. Per la promozione all’estero del Parmigiano Reggiano sono stati investiti 505mila euro nel 2009 e 200mila euro nel 2010.

Tra l’altro, l’assessore ha poi segnalato che “abbiamo sostenuto per primi l’inserimento del Parmigiano Reggiano tra i prodotti da acquistare con fondi europei per indigenti. Cosa che ha consentito il ritiro dal mercato di 95mila forme nel 2009 e 35mila nel 2010”. Sulla valorizzazione commerciale di diverse qualità del prodotto, ha poi chiarito Rabboni, il Consorzio ha già introdotto i tipi ‘mezzano’, ‘extra’ ed ‘export’, con differenti bollini per individuare caratteristiche qualitative specifiche in relazione al diverso tipo di stagionatura. Sempre a questo scopo è stato avviato un progetto sperimentale triennale per introdurre metodologie innovative per la definizione di caratteristiche di qualità del prodotto. Per quanto invece riguarda la valorizzazione delle produzioni di montagna la Regione si sta adoperando da tempo con il Consorzio e con i caseifici per superare gli ostacoli normativi e interpetativi che si oppongono all’utilizzo della menzione ‘montagna’. La questione controversa riguarda la necessità di un’eventuale modifica del disciplinare di produzione che compete esclusivamente al Consorzio.

Infine Rabboni ha riferito che in qualità di presidente dell’associazione delle Regioni europee per i prodotti di origine (Arepo) ha proposto in sede UE l’introduzione di una norma per rendere riconoscibili i prodotti di montagna all’interno dei nuovi regolamenti che andranno a costituire il cosiddetto ‘pacchetto qualità’. “È possibile – ha concluso – che entro luglio avremo questa bella e positiva novità”.

Non soddisfatto per la risposta, Filippi ha detto che “la Regione deve fare di più” contestando tra l’altro la scelta dei bollini sul prodotto che sarebbero poco comprensibili per il consumatore, mentre ha detto basterebbe una differenziazione tra il Parmigiano reggiano di montagna (più costoso), e quello di pianura (meno costoso). Per quanto poi riguarda i sussidi all’agricoltura citati da Rabboni, Filippi ha così contestato: “Bisogna eliminare la politica della filiera in agricoltura perché costringe le piccole aziende, così numerose nel nostro territorio, a chiudere”.