Finora per sapere da dove proviene la carne che si acquista al supermercato bisognava trovare le indicazioni, a volte poco leggibili, sull’etichetta. Da domani un monitor permetterà di visualizzare l’allevamento di provenienza, collegato con una webcam, e di ricostruire tutto il percorso seguito dall’animale.Sono le nuove frontiere della rintracciabilità, raccontate nel corso del seminario “Tracciabilità nella tradizione modenese”, organizzato da Democenter-Sipe all’interno dell’azienda agricola Hombre, al quale hanno partecipato tra gli altri l’assessore provinciale all’agricoltura Gian Domenico Tomei e Antonio Cherchi di Slow Food.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato il presidente di Democenter-Sipe Alberto Mantovani – è promuovere anche in questo settore l’innovazione, che può risultare un alleato determinante per difendere la tradizione e valorizzare i prodotti tipici, dando anche ai consumatori maggiori informazioni e opportunità”.
Innovare nella tradizione è la strada imboccata da Cura Natura, che ha presentato durante il seminario la propria esperienza. “Abbiamo avviato – ha spiegato Maurizio Ferri – una modalità di allevamento che sfrutta un tipo di alimentazione che permette di ridurre il ricorso a farmaci, ad esempio utilizzando erbe particolare e con attenzione al benessere dell’animale da cui derivano prodotti di grande qualità, come il prosciutto medioevale”.
Per valorizzare tutto ciò, come si diceva, la tecnologia può essere decisiva. Su questo sta lavorando il Progetto europeo Tech.Food, gestito dalla Provincia di Modena. Allo studio c’è, ad esempio, uno strumento informatico che permette di collegare il prodotto con i punti di produzione, per rendere tutto il percorso recepibile al consumatore.
In questo modo la rintracciabilità arriva fino a fare vedere al consumatore, ad esempio, dove è cresciuto l’animale: l’obiettivo avere nel punto vendita un monitor con una webcam che permette di vedere il contesto dell’allevamento da cui proviene il prodotto che sta acquistando.