Home Politica No ad abolizione decentramento: nota di Luciano Vecchi (PD)

No ad abolizione decentramento: nota di Luciano Vecchi (PD)


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Il governo nazionale di centro destra, con la Legge 42/2010, ha disposto in maniera centralista e contro ogni principio di federalismo, l’abolizione delle circoscrizioni nei Comuni con popolazione inferiore a 250mila abitanti. In Emilia-Romagna il provvedimento coinvolgerà tutti i Comuni capoluogo di Provincia (salvo Bologna) a decorrere già dal rinnovo delle Amministrazioni locali di maggio, che interessa quasi un quarto dell’intera popolazione regionale.

Contro questa assurda imposizione si scaglia una Risoluzione PD approvata dall’Assemblea (primi firmatari Luciano Vecchi, Stefano Bonaccini e Marco Monari), che chiede una riformulazione delle disposizioni contenute nella finanziaria 2011 a vantaggio dell’esperienza di decentramento amministrativo nelle circoscrizioni comunali.

I consiglieri regionali PD hanno aderito all’appello del Comitato Nazionale delle Circoscrizioni di Decentramento Amministrativo Comunale, cui aderisce pressoché la totalità dei Comuni d’Italia colpiti dalla scelta del governo. L’abolizione delle Circoscrizioni si pone peraltro in contrasto con il Titolo V e con l’art. 5 della Carta Costituzionale, che riconosce e valorizza le Autonomie locali, oltre che in stridente contraddizione coi valori della Trasparenza, della Partecipazione e della Sussidiarietà.

“La partecipazione democratica al governo dei territori – ha dichiarato il consigliere Luciano Vecchi – oltre che patrimonio consolidato della nostra regione, è una reale risorsa per la politica e la democrazia. Il governo Berlusconi sta dimostrando in ogni occasione di essere il più centralista della storia recente d’Italia, cercando di annullare ogni autonomia locale ed ogni esperienza di partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano. ”

L’atto di indirizzo chiede, tra l’altro, che venga istituito un Tavolo di confronto con il Comitato Nazionale delle Circoscrizioni e che il governo riformuli le norme in questione per salvaguardare la facoltà degli Enti locali di organizzare il governo cittadino in base alle esigenze del proprio territorio, indipendentemente dal numero degli abitanti.