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Carpi, il resoconto del Consiglio comunale del 31 marzo


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Il Consiglio comunale di Carpi di ieri, giovedì 31 marzo, ha trattato due ordini del giorno sulle drammatiche vicende libiche. Lorenzo Paluan, capogruppo della Lista Carpi a 5 Stelle-Prc, ha presentato una propria proposta di mozione nella quale, basandosi su un appello lanciato da Gino Strada di Emergency (già firmato da varie personalità, associazioni e da decine di migliaia di persone) si chiedeva che il Consiglio comunale impegnasse il Sindaco e la Giunta “ad aderire formalmente alla mobilitazione nazionale contro la guerra prevista per sabato 2 aprile promossa dai firmatari dell’appello La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire. Nessuna guerra può essere umanitaria, inevitabile e necessaria. Il no alla pratica e alla cultura della guerra deve essere definitivo e irreversibile”.

I gruppi consiliari Pd e Idv hanno invece firmato un ordine del giorno, relatore in aula il capogruppo Pd Davide Dalle Ave, nel quale si esprimeva una “valutazione positiva della risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu”, e si auspicava “che l’Italia adotti ogni iniziativa per assicurare la protezione delle popolazione dell’area e si adoperi per adottare le necessarie misure per l’attivazione delle iniziative di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati nel contesto di un Piano nazionale in cui tutti gli enti locali dovranno fare la loro parte. Il nostro paese si deve tener pronto a sostenere interventi promossi allo scopo di accompagnare i processi di democratizzazione in atto nel Mediterraneo e particolare centralità – si legge nel documento – dovranno avere le azioni a sostegno delle donne”. “Diciamo no alla propaganda di chi nega l’idea che il conflitto non provochi morti: la guerra non è un videogioco. Non dobbiamo però – ha detto Dalle Ave – confondere la Libia con l’Iraq: si è atteso troppo per intervenire ma dobbiamo sostenere la risoluzione dell’Onu per evitare che Gheddafi torni a governare. E bisogna soprattutto riflettere su come stanno cambiando a gran velocità gli equilibri mondiali, per definirne di nuovi pro pace nel mondo, dando vita a nuove istituzioni internazionali più forti e modelli politici innovativi anche a livello etico”. Il consigliere Pdl Cristian Rostovi ha proposto a questo punto di inserire nel documento di Pd e Idv un emendamento con il quale si sottolineava come la nostra posizione geografica nel contesto europeo richiedesse che anche la Ue intervenisse nel controllo delle coste e in merito all’accoglienza dei profughi. L’accoglimento dell’emendamento ha fatto sì che anche il gruppo Pdl decidesse poi di firmare l’ordine del giorno presentato da Dalle Ave. La consigliera Daniela Depietri (Pd) dal canto suo ha stigmatizzato in primis la confusione che regna nel nostro paese su questa vicenda “dato che il Governo non chiarisce la sua posizione”, poi ha ricordato il Ruanda, “dove nessuno alla fine intervenne” e infine ha concluso spiegando che avrebbe votato “con grossa fatica l’ordine del giorno firmato dal Pd”. Euro Cattini (Lega nord) ha letto in aula l’intervento che il parlamentare del suo partito Strucchi ha tenuto una settimana fa “per fare chiarezza sull’intervento italiano in Libia”, criticando la posizione della sinistra, ribadendo come “quanto messo nero su bianco serva a venire fuori da questa crisi con il minor danno possibile” e che “l’Unione Europea non può lavarsi le mani rispetto al tema del flusso di immigrati arrivati a Lampedusa”.

Il Sindaco Enrico Campedelli ha preso poi la parola per dire che non si poteva pensare di fare finta di nulla dopo i massacri di piazza ordinati da Gheddafi e riproporre quanto avvenuto in Kossovo. “L’intervento è avvenuto sì in ritardo ma sotto l’egida dell’Onu: il problema è che l’Italia non ha un ruolo, se non quello di essere la portaerei di altri paesi impegnati nell’operazione. Sembra che ci interessino solo i barconi arrivati a Lampedusa quando il tema è piuttosto quello del sostegno alle popolazioni in lotta e di un nuovo ruolo dell’Europa e dell’Onu”. Il capogruppo del Pdl Roberto Andreoli ha dal canto suo sottolineato come la discussione in corso in Consiglio e il voto sui due odg “non servirà a nulla, e sarebbe meglio trattare qui le tematiche della città. Segnalo solo che il documento firmato da Paluan qualche anno fa, allo scoppio della crisi in Iraq ad esempio, sarebbe stato quello votato dal Pd, tant’è che ora non si vede nessuna bandiera della pace sventolare in giro. E ho anche qualche dubbio sul fatto che tutti coloro che si dicono anti Gheddafi in Libia siano davvero democratici…”. Il presidente del Consiglio comunale Giovanni Taurasi ha deciso di intervenire per ribadire come quella in corso in Libia fosse “una guerra umanitaria fatta per salvare vite in pericolo. Ci sono stati ritardi nell’intervento, ambiguità del Governo, limiti grossissimi di Ue e Francia si sono palesati. Non si può però vedere questa ‘rivoluzione verde’ solo come una minaccia e dobbiamo sostenerla solidali, legittimati moralmente da ciò che sta succedendo là. La Resistenza partigiana – ha concluso – insegna che bisogna mettere mano alle armi ad un certo punto”.

Argio Alboresi (capogruppo della Lega nord) ha anch’egli manifestato la propria difficoltà nel votare l’odg presentato da Dalle Ave, ricordando come in Egitto e Tunisia non si vedano per ora grandi segnali di cambiamento in senso democratico. “Portare libertà e democrazia in paesi dove non ci sono le basi di queste è rischioso. E perché l’Italia non viene chiamata nelle riunioni che contano? Perché nel 1945 ha perso la guerra…”. Cristian Rostovi (Pdl) ha dal canto suo ricordato la sua esperienza come casco blu dell’Onu in Somalia “dove dovevamo sparare, per non essendo contenti di farlo, perché non c’era altro modo vista la situazione. Come si ferma una guerra senza un’altra guerra? L’Europa comunque deve farsi carico dell’accoglienza dei profughi e non lasciare solo a noi l’incombenza”.

E se Roberto Arletti (Pd) ha ricordato come esista anche un malessere dei giovani italiani e che quello manifestato dai giovani del nord Africa potrebbe contagiare altri paesi Lorenzo Paluan infine ha spiegato come il documento da lui firmato e che riprendeva l’appello firmato da Gino Strada “non potesse che essere rappresentativo di una posizione di minoranza”. “La nostra è una posizione etica: togliamo dal tavolo la possibilità che la guerra possa restare una soluzione praticabile per l’Italia, così come qualcuno pensa di aborto o eutanasia. Quando questo sarà svilupperemo strumenti per andare in un’altra direzione. Vanno poi messi in discussione i canali finanziari grazie ai quali dittatori come Gheddafi prosperano e così anche i nostri livelli di consumo e di relazioni internazionali esistenti. La risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu poi è stata violata subito e non prevedendo sanzioni per chi non la segue perde molta autorevolezza. Chi è intervenuto – ha detto – non è una forza di interposizione ma prende le parti di uno dei due contendenti, senza evitare di provocare morti tra i civili. Si usano due pesi e due misure in Libia rispetto ad esempio a quanto avvenuto in altri paesi”.

L’ordine del giorno sottoscritto da Pd, Idv e anche Pdl è stato votato dai consiglieri presenti di Pd e Pdl, con l’astensione di ApC e Lega nord e il no di Lorenzo Paluan. La mozione presentata da quest’ultimo invece ha ottenuto i voti di Paluan stesso e dell’ApC, il no di Lega, Pdl e Pd, l’astensione del consigliere Gianni Bassoli del Pd.