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UniCredit-RegiosS: Emilia Romagna, economia in ripresa


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L’indicatore di attività economica UniCredit-RegiosS segnala per l’Emilia Romagna una situazione decisamente soddisfacente: il dato, aggiornato a dicembre 2010, si attesta a +1,5% rispetto a dicembre 2009. La dinamica positiva dell’attività economica emiliano-romagnola è confermata dall’indice UniCredit della ripresa, che rappresenta la capacità di ripresa delle singole economie regionali: la regione si posiziona infatti al secondo posto, dopo il Veneto, nella graduatoria nazionale della ripresa relativa al secondo semestre 2010. Dopo il ritorno in territorio positivo registrato a partire da marzo 2010, prosegue pertanto il trend di crescita dell’economia regionale.

L’analisi dell’Ufficio Studi Italia di UniCredit evidenzia inoltre come esista una correlazione positiva tra la capacita di ripresa delle economie regionali e la competitività dei sistemi territoriali: le economie con i più elevati tassi di crescita mostrano anche un alto grado di competitività di sistema, specie in termini di efficienza e innovazione espressi dal territorio. L’Emilia Romagna conferma questa relazione, caratterizzandosi sia come economia con una più che buona capacità di ripresa, sia come sistema tra i più competitivi a livello nazionale.

La competitività regionale è collegata anche alla capacità di crescita del territorio, misurata dagli interscambi commerciali sia verso l’estero che verso l’interno del Paese. Tale tendenza è riscontrabile anche per l’Emilia Romagna: l’elevata posizione nella graduatoria della competitività del sistema territoriale si riflette in un saldo esterno positivo, sintesi dei flussi di interscambio commerciale sia verso l’estero che verso le altre regioni.

A tal proposito si registra la presenza in Italia di due modelli di crescita: un primo più capace di intercettare la domanda interna, con saldi positivi di commercio verso le altre regioni e valori delle importazioni dall’estero superiori a quelli delle esportazioni, che si riscontra in Lombardia e Lazio; un secondo più proiettato verso la domanda estera, con avanzi di bilancia commerciale con l’estero e disavanzi nel commercio interregionale. In Emilia Romagna si riscontra il secondo modello, avendo la regione un’economia fortemente vocata all’estero e con rilevanti importazioni dalle altre regioni italiane.