Sono costantemente in aumento le probabilità di vita per un neonato con un peso non superiore a un chilogrammo e mezzo, o nato dopo una gestazione inferiore a 30 settimane. Non solo, anche le possibilità di avere una vita di qualità, senza gravi disabilità, sono drasticamente migliorate, soprattutto negli ultimi anni. Dei più recenti traguardi di medicina e tecnologia discuteranno i più importanti neonatologi e pediatri italiani e stranieri saranno a convegno a Bologna a partire da domani – giovedì 14 aprile- in una due giorni di rilievo internazionale dal titolo “Assistenza respiratoria non invasiva nel neonato e nel lattante”, che si svolgerà a Palazzo Re Enzo, nel cuore del centro storico cittadino.
Il convegno, presieduto da Fabrizio Sandri, direttore dell’Unità operativa di Nneonatologia e terapia intensiva neonatale e del dipartimento materno-infantile dell’Azienda Usl di Bologna, ha il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Società Italiana di Neonatologia e Società Italiana di Pediatria.
Si discuterà delle nuove terapie farmacologiche e delle apparecchiature particolarmente sofisticate che danno la possibilitàoggi di assistere anche le più gravi forme di insufficienza respiratoria, riducendo i danni legati alla ventilazione meccanica e calibrando l’intensità degli interventi a misura di neonato e secondo le diverse fasi della malattia.
La neonatologia dell’ospedale Maggiore di Bologna – punto di riferimento dei 4.200 neonati che ogni anno nascono nelle maternità degli ospedali dell’Ausl bolognese ma provenienti anche da altri centri regionali e extraregionali. Assiste ogni anno circa 50 neonati di peso inferiore o uguale ai 1.500 grammi o di età gestazionale inferiore alle 30 settimane. I risultati, in termini di sopravvivenza assoluta e di sopravvivenza senza gravi patologie, sono superiori alla media internazionale rilevata dalla più importante rete di Neonatologie del mondo, il Vermont Oxford Network.
Nella Neonatologia dell’Ospedale Maggiore, infatti, nel triennio 2008-2010 i neonati prematuri sopravissuti sono il 93,4% (84,2% la percentuale media internazionale), il 67,1% senza patologie gravi (50,9% il dato medio internazionale).