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20 mila nuovi talenti per le imprese in Emilia-Romagna. La Regione investe 15 milioni di euro nella programmazione di Spinner


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Ventimila nuovi talenti per le imprese dell’Emilia-Romagna nel 2020. È questo l’obiettivo a cui punta la Regione investendo 15 milioni di euro nel prossimo triennio di Spinner 2013, il programma regionale di interventi per la qualificazione delle risorse umane nel settore della ricerca e dell’innovazione. Una meta ambiziosa che potrà essere raggiunta solo se convergeranno in questa direzione gli investimenti e le azioni di tutto il sistema regionale, a partire dalle imprese e fino alle Camere di commercio, alle Associazioni e alle Fondazioni, oltre che da Regione e Università.

I risultati conseguiti da Spinner negli scorsi anni e le linee di intervento per il periodo 2011-2013 sono stati presentati questa mattina nel corso del convegno che si è svolto a Bologna dal titolo “Crescere con talento – 20.000 nuovi talenti per le imprese nell’Emilia-Romagna del 2020”.

“La Regione sta continuando ad investire in modo massiccio in educazione, ricerca e formazione – ha detto l’assessore regionale alla Ricerca e al Lavoro Patrizio Bianchi – siamo convinti che questa sia la leva principale per tornare a crescere, e per permettere ai nostri ragazzi ma anche alle nostre imprese di delineare nuovi percorsi di sviluppo in una economia ormai globale. Lo stiamo facendo con Spinner perchè questa è il punto in cui mettiamo insieme la ricerca universitaria, i dottorati e quelle imprese che necessariamente devono essere il traino della nostra economia”.

“Spinner accompagna in percorsi di creazione di impresa e di trasferimento tecnologico o di innovazione organizzativo le persone, perchè crediamo che proprio le persone siano il motore dell’innovazione – ha spiegato Paolo Bonaretti, presidente di Spinner – anche le persone che sono state espulse dal mercato del lavoro, ma che hanno alte competenze e che vogliono trovare una propria ricollocazione. Li accompagnamo con incentivi, borse di ricerca, consulenze di alta qualificazione, ad esempio sui brevetti o sul marketing internazionale, per dare vita ad un progetto di impresa che non parta dal nulla ma da un anno di lavoro. Abbiamo avuto parecchi successi, le imprese create con Spinner sono imprese solide che dopo tre anni per l’80% sono ancora in vita e aumentano il proprio fatturato”.

Spinner, dieci anni per l’innovazione

Dal 2000 il programma della Regione ha sostenuto la nascita di 110 imprese innovative, di cui 44 spin-off universitari, mentre altre 40 imprese sono in fase di costituzione. Aziende che funzionano: dopo tre anni dal via l’80% è ancora sul mercato, il 25% ha già depositato brevetti e tra il 2007 e il 2009, complessivamente, hanno visto il fatturato aumentare del 32% in controtendenza rispetto alla crisi. Risultato: il gettito fiscale che hanno generato ha già ripagato interamente i contributi pubblici che ne avevano sostenuto il decollo.

Spinner ha inoltre finanziato 900 progetti di ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione organizzativa che hanno coinvolto oltre 600 imprese e oltre 100 istituti di ricerca. Un volano importante anche per l’occupazione: secondo un’indagine sui risultati del triennio 2008 -2010 pochi mesi dopo il completamento del progetto l’81,8% dei partecipanti per il trasferimento tecnologico e il 68% di quelli per l’innovazione organizzativa dichiaravano di essere occupati, nella maggior parte dei casi nella stessa impresa in cui avevano realizzato il progetto.

La programmazione 2011-2013

Per il prossimo triennio il programma Spinner 2013, attraverso la valorizzazione delle competenze delle persone, si propone in particolare di aumentare l’interazione con i soggetti del territorio e con le imprese, che saranno maggiormente coinvolte anche nel cofinanziamento dei progetti; partecipare ad un rinnovato impegno nella creazione di imprese; promuovere dottorati di ricerca e percorsi di alta formazione anche attraverso l’Alto apprendistato; promuovere pari opportunità e apertura internazionale; favorire la sinergia e la convergenza tra politiche regionali per l’innovazione.

Le azioni previste:

1. Creazione d’impresa;

2. Ricerca, sviluppo, trasferimento tecnologico e mobilità dei ricercatori con un’attenzione particolare alle idee progettuali provenienti dal mondo imprenditoriale e la compartecipazione diretta delle imprese ai progetti;

3. Innovazione organizzativa e manageriale dando priorità ad alcuni ambiti (creatività e design, innovazione nel welfare e nell’impresa sociale, innovazione per organizzazione e marketing delle Pmi e delle reti d’impresa);

4. Borse di ricerca intitolate a Paola Manzini per donne impegnate in attività di ricerca e sviluppo in ambiti rilevanti per il tessuto economico e industriale regionale e con riferimento alla collaborazione università-impresa e al rapporto fra università e mondo del lavoro;

5. Dottorati di ricerca, in particolare sostegno alla partecipazione di persone a dottorati organizzati in rete tra gli Atenei regionali su tematiche strategiche e contributo a percorsi di Alto apprendistato e Alta formazione in collaborazione con le imprese;

6. Master interuniversitario di secondo livello: copertura parziale della quota d’iscrizione la formazione di persone in grado di interagire con il sistema produttivo, le istituzioni e i centri di ricerca in un contesto internazionale;

7. Sviluppo di Piani di riprogrammazione professionale: diverrà strutturale una misura sperimentata al termine dello scorso triennio per sostenere il reinserimento e la ricollocazione professionale di persone con alta qualificazione usciti dal mercato del lavoro a causa di situazioni di crisi aziendali o settoriali

20mila nuovi talenti, un obiettivo per il 2020

L’investimento della Regione su tali azioni costituirà la base per incentivare la comunità regionale ad investire nella ricerca, obiettivo comune fondamentale per il futuro del nostro sistema produttivo e occupazionale. Attualmente, infatti, la percentuale della spesa per la ricerca sul Pil in Emilia-Romagna è pari all’1,33%, superiore anche se di poco alla media nazionale (ferma all’1,23%), ma ancora molto distante dagli obiettivi europei (3%).

In valore assoluto la spesa per la ricerca (dati Istat, 2008) è pari in regione a 1,831 milioni di euro. L’obiettivo è arrivare entro il 2020 ad oltre 4 milioni di euro di spesa, raggiungendo l’Europa e in particolare la Germania. Questo balzo sarà possibile solo con un aumento di un miliardo di euro nel costo del lavoro di alta qualità, impegnato in ricerca e innovazione, pari appunto alla creazione, nelle nostre imprese, di 20.000 nuovi talenti. /BM