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Social day Cisl E-R, per una società equa e sostenibile


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Mercoledì 27 aprile è Social Day, giornata di mobilitazione decisa dalla Cisl dell’Emilia-Romagna per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare governo ed amministratori a tutti i livelli ad assumersi le proprie responsabilità di azione guida in tema di: politiche sociali a favore della famiglia, riforma fiscale e federalismo solidale, diritti assistenziali garantiti e sicurezza economica, legge nazionale per le persone non autosufficienti.

La giornata di mobilitazione prevede iniziative articolate in tutte le province della regione.

“La giornata di mobilitazione perché la Cisl è preoccupata per la tenuta dello stato sociale ad ogni livello, perdurando la crisi economica con le sue ricadute sulla spesa pubblica”. Così Giorgio Graziani, segr. gen. Cisl Emilia-Romagna.

“Le scelte operate dal governo sino ad oggi hanno dato risposte positive solo sul versante degli ammortizzatori sociali in deroga – osserva Graziani -, mentre sono state estemporanee ed insufficienti sul piano dello sviluppo (il 30% dei giovani è senza lavoro). Ancora peggio sulle politiche assistenziali, con il taglio del già esiguo fondo nazionale per la non autosufficienza, la riduzione drastica dei fondi sociali per l’affitto e per il sostegno assistenziale”. “Si tratta di questioni vitali per la difesa di un modello sociale fondato su coesione e convivenza civile –rimarca il dirigente Cisl-“.

Lo stesso problema della non autosufficienza, anche in Emilia-Romagna, dove c’è il fondo regionale superiore ai 400 milioni di euro, non è risolvibile, senza un intervento della fiscalità generale nazionale. “I non autosufficienti (disabili ed anziani over 65 enni non autosufficienti) in regione sono circa 120.000, ma solo il 30% riceve una risposta esaustiva –ricorda Franco Andrini, segr. gen Fnp ER (la categoria particolarmente impegnata alla riuscita del Social Day)-“.

“Occorre dare una risposta chiara in prospettiva a questi bisogni e riprogettare l’impianto assistenziale dei disabili –sollecitano Graziani e Andrini- implementando i posti letto nella residenzialità protetta ove sono lunghe liste d’attesa ed incrementando le ore per l’assistenza domiciliare, considerata la decisa insufficienza delle attuali due ore la settimana”.

Per la Cisl è necessaria una legge nazionale per la non autosufficienza! Per un’equa regolamentazione dei diritti di una delle fasce più deboli della popolazione, oltre a rappresentare un concreto sostegno alla famiglia che per la Cisl è il vero pilastro sociale. Anche in Emilia-Romagna, regione anziana, è palese il carico umano ed economico che grava sulla famiglia di una persona non autosufficiente. Malgrado si possa contare sul fondo regionale e su una rete di servizi consolidata sulla non autosufficienza (927 servizi e circa 50.000 utenti). Il solo fenomeno delle badanti in regione corrisponde a 120-150 mila unità cui corrispondono altrettante famiglie che le utilizzano.

Per la Cisl “non può esserci un federalismo fiscale equo e solidale, se non accompagnata dalla riforma del sistema fiscale e una definizione chiara dei livelli minimi delle prestazioni sociali, che la Cisl chiama diritti sociali (asili nido, servizi agli anziani, diritto allo studio, servizi alla famiglia, disabili, sostegni economici alle situazioni di difficoltà”.

Il federalismo fiscale stabilisce le tasse di cui sono titolari Regioni, Province e Comuni, ma non chiarisce quali e quanti diritti-servizi sociali garantire alla cittadinanza, così che si palesa il rischio che le entrate fiscali siano usate per finalità diverse dal sociale e secondo discrezionalità degli amministratori.

Peraltro l’opportunità di nuovo decentramento fiscale, in un periodo di crisi economica, pone il rischio che Regioni e Comuni aumentino le tasse locali giustificandoli con il mantenimento dei servizi sociali esistenti. La Cisl ha chiaro che non è più possibile che paghino i soliti noti, dipendenti e pensionati, che già sostengono il maggior peso del fisco italiano. Si deve agire su più fronti: non è più rinviabile una vera e propria riforma fiscale, con il chiaro obiettivo di una diminuzione significativa delle tasse a carico dei dipendenti e dei pensionati. Per i redditi, per il lavoro, per le imprese, per una crescita più equa.

Secondo la Cisl, il costo della riforma del sistema fiscale può essere sostenuto dalle risorse derivanti dalla lotta all’evasione e dalla tassazione delle rendite finanziarie, oltre che dallo spostamento della tassazione dai redditi ai consumi non di prima necessità). Una Lotta all’evasione che deve impegnare tutti i livelli istituzionali. La Cisl Regionale chiede che a favore dei Comuni segnalatori sia aumentato, dall’attuale 33% al 50%, l’importo recuperato grazie all’evasione fiscale accertata in virtù dell’accordo in questo senso stipulato nel 2008 tra Agenzia regionale delle entrate ed Anci. (vedi scheda 2 allegata). In ultimo la lotta agli sprechi. Da qui il pressing della Cisl, oltre che sul Governo, su Regione e Comuni, affinchè si attuino tutte le azioni possibili di contrasto. La Cisl sollecita che la politica attui una reale lotta agli sprechi, all’evasione, al contenimento del superfluo, e alle aggregazioni istituzionali.