«Non siamo noi a chiedere il recupero salariale ai lavoratori iscritti Fiom e simpatizzanti; la Fiom, però, deve avere l’onesta intellettuale di ammettere che il rischio esiste, come confermato anche da Federmeccanica nazionale». Lo scrivono oggi i sindacati metalmeccanici Fim-Cisl e Uilm-Uil di Modena in risposta alle accuse di atti discriminatori e anti-sindacali lanciate nei loro confronti dalla Fiom-Cgil a seguito di un volantino distribuito nelle fabbriche. «Alla Fiom non è bastato avere conseguito una mezza vittoria con le sentenze che le hanno dato ragione su quasi tutto, meno sul fatto che nessun giudice ha condannato le imprese per aver applicato il contratto di Fim e Ulm, che ne esce legittimato. Le sentenze a sfavore delle imprese – spiegano Cisl e Uil – sono motivate dal non aver comunicato che era in vigore anche il vecchio contratto per gli iscritti Fiom e per i non iscritti che non avevano manifestato la volontà di aderire al nuovo accordo». Dopo le prime sentenze Fim e Uilm temevano che per ragioni di riconoscimento del pregiudizio antisindacale contro la Fiom si esponessero i lavoratori interessati (cioè gli iscritti Fiom) alla sostituzione degli aumenti percepiti dal contratto. Scongiurato questo pericolo, i metalmeccanici Cisl e Uil sostengono che dalle sentenze emerge la legittimità delle loro organizzazioni a svolgere il proprio lavoro di sindacato che stipula accordi che valgono nei confronti di tutti e stimolano chi non li ha sottoscritti a provare a fare di meglio. «Un principio che nessuno di noi ha mai messo in discussione – assicurano Fim e Uilm – La Fiom, invece, ha cercato la scorciatoia giudiziaria sperando che i giudici definissero illegale il nostro contratto perché i suoi scioperi, per altro scarsamente partecipati e per chiedere un contratto già rinnovato, mal si conciliano con la grave crisi che sta colpendo i redditi dei lavoratori». I due sindacati ricordano che nei ccnl dei metalmeccanici siglati da Fim e Uilm i lavoratori hanno ritrovato gli stessi diritti sostanziali e un riconoscimento salariale, magari non molto alto, ma concreto e portato a casa per tutti. «La Fiom dovrebbe avere il pudore di ammettere che, salvo rari casi di pre-contratti, non è stata capace di andare oltre la protesta fine a se stessa. La Fiom è un sindacato contemplativo che critica ma non concretizza, tanto è vero che negli ultimi quattro anni ha firmato un solo contratto; rifletta su questo e provi a pensare che, a iniziare dalla riforma della contrattazione e non dalle sue iniziative unilaterali spesso sconsiderate, si può far ripartire un processo unitario di condivisione delle regole sulla rappresentanza, oggi in profonda crisi. Un sindacato che deve farsi validare il ccnl dai tribunali non ha più nulla da dire. Noi, invece – concludono Fim-Cisl e Uilm-Uil – vogliamo continuare a dire la nostra a Modena, come nel resto del Paese».





