Home Cronaca Detenzione di materiale pedopornografico, 3 arresti anche a Modena

Detenzione di materiale pedopornografico, 3 arresti anche a Modena


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Nelle scorse due settimane, in relazione ad altrettanti distinti procedimenti coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, sono stati arrestati quattro uomini residenti nelle provincie di Modena e Ferrara, per detenzione di materiale pedopornografico.

Atteso l’interesse per le indagini condotte (in ragione della gravità dei reati), la singolare ricorrenza di fatti analoghi (ancorché tra loro non correlati) in un ristretto arco temporale e con l’individuazione dei responsabili in un’unica regione, nonché per il particolare allarme sociale che genera il fenomeno criminale, d’intesa con la citata Procura della Repubblica si è ritenuto opportuno rendere pubblici gli eventi.

Pur tenuto conto del diritto alla riservatezza degli arrestati, attesa l’esigenza di impedire, nel futuro, agli autori comportamenti analoghi in danno di altri minori e consentire ad eventuali ulteriori vittime, ancora non individuate, di segnalare fatti di possibile rilievo penale od investigativo, si è ritenuto utile illustrare le singole indagini pur senza diffondere i dati anagrafici e le immagini degli arrestati – spiega in una nota la Polizia Postale, compartimento Emilia Romagna -.

I reati per i quali si è proceduto, sono quelli previsti e puniti dagli articoli 600 ter C.P. – pornografia minorile (che prevede pene da sei a dodici anni di reclusione) e 600 quater C.P. – detenzione di materiale pedopornografico (che prevede pene fino a tre anni, aumentabili sino a due terzi); reati introdotti con la L. 269 del 1998 che ha recepito la Convenzione sui diritti del fanciullo di cui alla Conferenza mondiale di Stoccolma del 1996.

E’ da sottolineare come sia la stessa L. 269 del 1998 a prevedere la possibilità per gli U.P.G. delle strutture specializzate (previa autorizzazione dell’A.G.) di procedere all’ ”acquisto simulato di materiale pedopornografico ed alle relative attività di intermediazione” (c.d. attività undercover).

In questa specifica attività, l’arma vincente della Polizia di Stato e della Specialità della Polizia delle Comunicazioni sono le colleghe donne (in questi giorni si celebra il trentennale della L. 121/81 c.d. Legge di riforma della Polizia di Stato che ha introdotto la possibilità di assumere personale femminile); esse rappresentano una risorsa organica a tutti i reparti ed oramai insostituibile, specie proprio nel contrasto dei reati caratterizzati da aspetti di morbosità e devianza.

La pedofilia è probabilmente sempre esistita; con l’avvento di Internet questo aspetto deteriore della natura dell’uomo è venuto prepotentemente alla luce nelle sue reali dimensioni. Il presunto anonimato nell’uso di questo particolare mezzo di comunicazione ha indotto i soggetti con queste inclinazioni sessuali a ricercare, attraverso la rete, il materiale necessario a soddisfare la loro particolare devianza.

Non si registra un aumento del fenomeno “pedofilia”, l’aumento dei siti pedopornografici e dei contatti di “specie” è attribuibile e direttamente proporzionale alla costante, continua espansione del ricorso al mezzo di comunicazione Internet.

La rete, infatti, consente alle persone con tali pericolose inclinazioni di incontrarsi “virtualmente”, di avere contatti, di scambiarsi materiale pedopornografico (per alimentare le loro fantasie sessuali deviate) e per ottenere contatti o incontri con i bambini. Tutto questo dietro allo schermo di un computer e, soprattutto, con l’illusione dell’anonimato e quindi dell’impunità.

Internet, che è la più straordinaria piattaforma di comunicazione ed il più efficace strumento culturale e di socializzazione della nostra epoca, è anche una comunità virtuale che possiede una propria lingua e delle proprie regole, nella quale, purtroppo, il pedofilo trova possibilità di contatti e condivisioni.

Il cyber-pedofilo, a differenza del pedofilo che doveva ricercare le proprie vittime in ambienti ristretti (con elevate possibilità di essere smascherato), con la disponibilità di materiale di “genere” in rete alimenta le proprie morbosità e fantasie totalmente svincolato dalle regole sociali di convivenza e dalle restrizioni normative.

E’ bene, però, evitare di enfatizzare tali figure, che non meritano alcuna celebrazione; è necessario, invece, proporre messaggi d’allarme alle possibili vittime ed alle loro famiglie, anche perché non può escludersi che la pedopornografia sia l’ ”anticamera” di comportamenti fattivi, ancor più gravi, di abuso. E’ più opportuno concentrarsi sulle vittime, bambini abusati, o comunque costretti ad attività sessuali, che ad ogni visione vengono nuovamente violentati.

La coincidenza spazio-temporale per la quale si è giunti a quattro arresti negli ultimi quindici giorni in due sole provincie della regione (Modena e Ferrara) è del tutto casuale. Non vi è alcuna correlazione tra gli episodi; la trasversalità della fruizione dei servizi del web rende completamente casuale la contestualità dei fatti.

Nell’occasione si ritiene utile – conclude la polizia postale – oltre ad illustrare le fasi delle singole indagini, proporre le raccomandazioni utili soprattutto ai giovani utenti del web perché possano evitare di incappare nelle subdole proposte di conoscenza da parte di adulti potenziali pedofili.

A Modena sono tre le persone arrestate:

– un 29enne, arrestato il 3 maggio. L’uomo, attualmente disoccupato, è stato indagato per produzione e detenzione di materiale pedopornografico, in quanto sul suo pc sono state rinvenute diverse immagini autoprodotte, ritraenti giovani ragazze adolescenti in atteggiamenti espliciti. L’uomo è stato denunciato dalla ex fidanzata, che solo casualmente è incappata nelle immagini conservate nel suo pc;

– un 44enne, arrestato a Modena il 21 aprile. L’uomo, artigiano, già gravato da precedenti specifici, è stato indagato per detenzione di materiale pedopornografico nell’ambito di un’indagine scaturita a seguito di una denuncia sporta da alcuni genitori presso la sezione Polizia delle Comunicazioni di Modena;

– un ragioniere di 56 anni, arrestato il 27 aprile. Secondo la polizia postale allacciava contatti con adolescenti attraverso le chat usate dai ragazzi. Successivamente alle vittime, quasi tutte nordafricane o orientali, inviava denaro tramite carte prepagate con l’obiettivo di ottenere appuntamenti di persona. L’indagine è scaturita dalla segnalazione di un provider. Nel computer del ragioniere sono state trovate 1.200 mail indirizzate a ragazzini e migliaia di immagini pedopornografiche.

Il quarto arresto a Ferrara dove il 4 maggio è finito in manette un metalmeccanico di 38 anni. L’uomo è stato indagato per detenzione di materiale pedopornografico.