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Strage di Monchio, giovedì 19 maggio la requisitoria del Pm


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E’ in programma nell’udienza di giovedì 19 maggio la requisitoria del pubblico ministero a conclusione del processo in corso al Tribunale militare di Verona per la strage di Monchio, Costrignano e Susano compiuta dai nazisti della divisione “Herman Goehring” il 18 marzo del 1944, con 140 morti accertati nel modenese. I pm Luca Sergio e Bruno Bruni esporranno le tesi dell’accusa a sostegno della responsabilità penale degli otto imputati per il reato di concorso in omicidio plurimo pluriaggravato e continuato.

La prossima settimana è in programma, invece, l’arringa dell’avvocato Andrea Speranzoni nell’interesse delle parti civili rappresentate, tra le quali anche la Provincia di Modena, così come il Comune di Palagano, la Regione Emilia Romagna, l’Anpi e 89 familiari delle vittime. Le arringhe dei difensori degli imputati sono previste tra il 7 e l’8 giugno, mentre la sentenza potrebbe essere pronunciata nell’udienza in programma il 22 giugno.

Nel frattempo, dopo l’acquisizione di ulteriori prove documentali nell’udienza di mercoledì 18 maggio, in occasione della requisitoria è prevista la presenza in aula a Verona del presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi, di una delegazione dell’Anpi e di rappresentanti del Comune di Palagano tra i quali anche il neo eletto sindaco Fabio Braglia.

Gli imputati sono: Erich Koeppe, 91 anni, tenente dello Stato maggiore del III reparto della Goehring; Hans Georg Karl Winkler, 88 anni, sottotenente, comandante della quarta compagnia; Fritz Olberg, 89 anni, sottotenente, comandante di plotone della terza compagnia; Wilhelm Karl Stark, 89 anni, sergente, comandante di squadra della terza compagnia; Ferdinand Osterhaus, 93 anni, sottotenente, comandante di plotone della quinta compagnia; Helmut Odenwald, 90 anni, capitano, comandante della decima batteria artiglieria contraerea; Günther Heinroth, 85 anni, soldato della terza compagnia; Alfred Lühmann, 85 anni, caporale, entrato nel processo in dicembre insieme a Horst Günther Gabriel, poi scomparso, sulla base di intercettazioni effettuate in Germania nel corso delle indagini: autentiche “confessioni” telefoniche nella quali Lühmann ricorda che erano soliti uccidere donne, bambini e vecchi nel corso delle azioni “antibanditismo”. Tra le prove anche il diario dello stesso Lühmann dove sono citate esplicitamente le stragi compiute tra il 18 e il 20 marzo del ’43 nel modenese e nel reggiano e quella di un mese dopo nell’Appennino toscano.