Home Attualita' A Bologna il Segretario Generale Capece presiede il Consiglio regionale del SAPPE

A Bologna il Segretario Generale Capece presiede il Consiglio regionale del SAPPE


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“La situazione penitenziaria dell’Emilia Romagna è semplicemente allarmante. Nel corso dell’anno 2010 ben 47 detenuti hanno tentato il suicidio, riuscendo i nostri bravi Agenti di Polizia Penitenziaria a salvarli in tempo, 419 hanno compiuto atti di autolesionismo e 175 hanno posto in essere ferimenti. 5 detenuti sono morti suicidi e 7 per cause naturali. E’ evidente quanto il sovraffollamento delle strutture detentive emiliano-romagnole incida in questi eventi critici. Non dimentichiamo che nei 13 penitenziari regionali sono detenute complessivamente quasi 4.200 persone mentre la capienza regolamentare non raggiunge i 2.400 posti. E il costante e pesante sovraffollamento fa fare ogni giorno alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria i salti mortali per garantire la sicurezza. La mia presenza oggi a Bologna vuole proprio essere la concreta testimonianza di vicinanza del Primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, ai disagi delle colleghe e dei colleghi dell’Emilia Romagna”.

Lo dichiara Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che questa mattina a Bologna ha presieduto il Consiglio regionale SAPPE dell’Emilia Romagna. Ad esso, vi hanno partecipato il Segretario Generale aggiunto e Commissario straordinario SAPPE per l’Emilia Romagna Giovanni Battista Durante, i rappresentanti ed i delegati sindacali delle 13 carceri della Regione.

“Serve una politica della pena nuova” dicono all’unisono Capece e Durante: “poco o nulla ha inciso la legge sulla detenzione domiciliare sul sovraffollamento costante dell’Emilia Romagna: a 5 mesi dall’approvazione della legge, ne hanno beneficiato solamente 61 detenuti! Gli eventi critici del 2010 dimostrano chiaramente che “aria tira” nelle carceri regionali. Si tenga inoltre conto che, oltre a autolesionismo dei detenuti, tentativi di suicidio, ferimenti, le manifestazioni di protesta hanno visto 520 detenuti fare nel corso dell’anno 2010 lo sciopero della fame, 38 hanno rifiutato il vito o le terapie mediche, 49 detenuti sono stati coinvolti in proteste violente con danneggiamento o incendio di beni dell’Amministrazione penitenziaria. 3 sono state le evasioni conseguenti mancato rientro in carcere dopo aver fruito di semilibertà e ben 13 da licenze per internati. Capitolo a parte, infine, lo hanno le manifestazioni di protesta collettive sulla situazione di sovraffollamento delle carceri e sulle critiche condizioni intramurarie che si sono tenute nel 2010: 27 le proteste collettive che si sono tenute nei 13 penitenziari dell’Emilia Romagna, proteste che si sono concretizzate in scioperi della fame, rifiuto del vitto dell’Amministrazione e soprattutto nella percussione rumorosa dei cancelli e delle inferriate delle celle (la cosiddetta ‘battutura’) e che hanno visto coinvolti complessivamente ben 5.214 detenuti. Fino ad oggi la drammatica situazione è stata contenuta principalmente grazie al senso di responsabilità, allo spirito di sacrificio ed alla grande professionalità del Corpo di Polizia Penitenziaria, Corpo di Polizia dello Stato che lamenta in Emilia Romagna gravissime carenze di organico quantificate in 700 unità. Ma è evidente che bisogna intervenire, e con urgenza, sulle criticità penitenziari regionali”.