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SEL-Verdi Regione sul progetto di legge acque minerali


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I consiglieri regionali del Gruppo SEL-Verdi Gabriella Meo e Gian Guido Naldi hanno presentato oggi un progetto di legge regionale per il riordino del settore produttivo delle acque minerali e di sorgente.

“Nella nostra regione – chiarisce la consigliera Meo – nel 2008, ultimo dato disponibile, erano state autorizzate 23 concessioni di acqua minerale ad uso imbottigliamento per una quantità di acqua complessivamente imbottigliata in regione di 340.885.898 litri per i quali sono stati pagati dalle aziende canoni per un totale di 35.374,73 euro. Questa cifra ridicola deriva da canoni stabiliti con la legge regionale n. 32 nel lontano 1988 ed è perfino inferiore allo stipendio del funzionario regionale che segue l’iter burocratico delle concessioni. Lo conferma anche l’ultimo dossier pubblicato recentemente da Legambiente e dalla rivista Altreconomia che ha bocciato la Regione Emilia-Romagna ponendola al 18° posto fra quelle che hanno i canoni più bassi”.

“Dal punto di vista economico – denuncia Meo – le Regioni continuano ad incassare cifre irrisorie e insufficienti a ricoprire anche solo le spese sostenute per la gestione amministrativa delle concessioni o per i controlli, mentre dal punto di vista ambientale, l’imbottigliamento di 12,4 miliardi di litri a livello nazionale ha comportato l’uso di circa 365mila tonnellate di PET, un consumo di 700mila tonnellate di petrolio e l’emissione di quasi 1 milione di tonnellate di CO2 equivalente in atmosfera”.

L’Italia, con 192 litri di acqua minerale procapite, si conferma il paese europeo con il più alto consumo di acqua in bottiglia. Con una media che supera il doppio rispetto alle altre nazioni d’Europa, il Belpaese solo nel 2009 ha imbottigliato, infatti, ben 12,4 miliardi di litri, di cui solo l’8% destinato al mercato estero. Un volume di affari di 2,3 miliardi di euro nel 2009, rimasto invariato rispetto all’anno precedente, ma in continua ascesa negli ultimi trent’anni, con i consumi aumentati dal 1980 ad oggi di 5 volte e con loro anche la produzione di acqua imbottigliata. Una crescita smisurata cui però non è corrisposto un proporzionale aumento delle tariffe pagate dalle società imbottigliatrici alle Regioni italiane.

“Il progetto di legge che abbiamo presentato – conclude la consigliera Meo – vuole andare ad adeguare immediatamente la normativa regionale, in primo luogo aumentando i canoni di concessione, come hanno già fatto in Veneto e nel Lazio, ad esempio, e in secondo luogo calcolando quanto dovuto dalle aziende imbottigliatrici sulla base dei litri di acqua realmente prelevati dalle sorgenti e non, come avviene ora, sugli ettari di superficie della concessione. Un altro degli obiettivi della legge è di fare in modo che la Regione definisca canoni di concessione differenziati introducendo sistemi di premialità per le aziende che utilizzano le bottiglie in vetro invece della plastica o, meglio ancora, il vuoto a rendere e per quelle che imbottigliano quantità minori di acqua”.