Reduce dai due giorni di mobilitazione nazionale a Roma dei pensionati Cgil in cui, come racconta, “ho finalmente incontrato il cittadino italiano di cui c’è bisogno, informato, critico e appassionato, e ho respirato aria buona dal punto di vista della società civile”, il noto volto televisivo Patrizio Roversi sarà il “conduttore” dell’assemblea regionale dei segretari di lega Spi-Cgil e dei presidenti Auser dell’Emilia-Romagna che si terrà mercoledì 1 giugno, dalle ore 10 alle 13, al Teatro Testoni di Bologna (via Matteotti16).
L’incontro è dedicato all’immigrazione, alla Costituzione e all’Unità d’Italia. Il titolo dell’iniziativa, “Ti presento mio fratello”, vuole richiamare il dialogo tra generazioni e culture, che sarà il vero protagonista della giornata. “Io cercherò di fare da appassionata interfaccia tra le parti – dichiara Patrizio Roversi –, provando a dare al dibattito il sapore più concreto possibile. Il sottotitolo potrebbe essere ‘Andiamo al sodo’ anche perché – ironizza – stiamo parlando di anziani e non hanno mica tempo da perdere”.
Conoscere l’altro per superare i pregiudizi. È l’obiettivo dell’assemblea del primo giugno. “La paura e la diffidenza si superano con la conoscenza – afferma Maurizio Fabbri, segretario generale dello Spi-Cgil Emilia-Romagna – ed è ciò che accade nei luoghi di lavoro in cui immigrati e italiani lavorano insieme o nella relazione di amicizia che si instaura tra badante e assistito: vogliamo mettere in circolo queste esperienze per uscire dai luoghi comuni”.
Nell’appuntamento gli “anziani” dello Spi e dell’Auser si confronteranno con i giovani italiani di seconda generazione. Il tema sarà, ovviamente, quello dell’integrazione sociale. “E la platea per parlarne sarà quella giusta – afferma Roversi –. Non mi aspetto un pubblico di moralisti, ma un pubblico che fa obiezioni, che critica e che non applaude a priori”. Secondo Roversi è importante “sgombrare il campo dai pregiudizi, anche quelli buoni perché – spiega – il buonismo e le ideologie si trasformano in ostacolo per chi affronta i problemi quotidiani”.
Nel corso delll’assemblea si tenterà così di costruire o ri-costruire il rapporto tra generazioni e livelli socio-culturali, che è andato perdendosi. “Mi sono fatto le ossa nei circoli Arci dove c’era un’osmosi tra ragazzi e vecchietti, tra chi ballava il liscio e chi faceva teatro o poesia d’avanguardia, tra cacciatori e ambientalisti – continua Roversi – in un rapporto di comunicazione culturale, ideologica, politica che va riattivato”. Insomma, il legame si è rotto e va aggiustato.
All’iniziativa di Spi-Cgil e Auser saranno presenti Elena Paciotti (presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso), Kurosh Danesh (responsabile del Comitato nazionale immigrate/i Cgil), Ouejdane Mejri (docente del Politecnico di Milano e presidente dell’associazione Pontes dei tunisini in Italia). Insieme a loro ci saranno ragazze e ragazzi immigrati di seconda generazione, esperti, operatori, lavoratrici e lavoratori immigrati.
Tra i giovani “nuovi italiani” che porteranno la loro testimonianza, Sun Wen-long, blogger cino-bolognese della rete ToghetER, Gemmi Sufali, ragazza albanese protagonista tra l’altro del documentario “Niente paura” accanto a Luciano Ligabue, Yassine Lafram, giovane italo-marocchino più volte ospite di Annozero di Michele Santoro.
Sono previsti anche il contributo di Teresa Marzocchi, assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna, e gli interventi conclusivi di Carla Cantone, segretario generale nazionale Spi-Cgil, e di Michele Mangano, presidente nazionale Auser.
L’assemblea del primo giugno è il punto di arrivo di un percorso costruito dallo Spi emiliano-romagnolo attraverso il progetto di lavoro “Vivere l’altrove. Storie di migranti nella globalizzazione”, portato avanti dal dipartimento Memoria del sindacato con l’obiettivo di ridare senso a parole quali accoglienza, multiculturalità, diversità, coesione sociale.
“Il progetto si è concretizzato nelle pagine del nostro mensile Argentovivo e nelle interviste a pensionati immigrati e nuovi immigrati fatte in quasi due anni – racconta Maurizio Fabbri – e che ora sono state raccolte in un libro”. Il volume, curato da Eva Lindenmayer e Anna Maria Pedretti, si intitola “Lingua bugiarda. Migranti, dai luoghi comuni alla conoscenza” (Biblioteca di cultura sindacale) e sarà presentato durante l’incontro del primo giugno. “Abbiamo scelto di parlare di immigrazione – conclude Fabbri – perché è il tema di cui si dovrà discutere sul territorio nei prossimi mesi”.