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Le aziende emiliano romagnole le più puntuali nel pagamento dei fornitori


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L’Emilia Romagna e’ la regione piu’ puntuale d’Italia nel primo trimestre 2011 per quanto riguarda i pagamenti delle aziende ai fornitori, con una media del 49,23% di aziende (contro il 41,8% nazionale) che saldano i propri conti alla scadenza pattuita e un miglioramento rispetto ai 12 mesi precedenti di oltre il 4% (a fine marzo 2010 il tasso di puntualita’ in regione era del 44,9%). Bologna, nonostante un ottimo recupero – le imprese virtuose sono il 46,38% contro il 42,7% del marzo 2010 – e’ “maglia nera”, ma tutte le province emiliano romagnole si confermano tra le migliori pagatrici in Italia. A dirlo e’ uno studio condotto da Cribis D&B, societa’ del gruppo CRIF specializzata nelle informazioni commerciali alle imprese.

La migliore posizione in Emilia Romagna e’ occupata dalla provincia di Forli’ Cesena (55,77% di imprese puntuali), seguita da Reggio Emilia (52,92%), Ravenna (51,87%), Rimini (51,41%), Modena (48,14%), Ferrara (47,45%), Parma (47,23%), Piacenza (46,83%). Ultima, Bologna. A livello regionale la ricerca di Cribis D&B evidenzia un miglioramento rispetto ad un anno fa.

La media regionale e’ decisamente superiore a quella italiana, tanto da farne la “prima della classe”: il 49,23% delle aziende e’ stato puntuale nei pagamenti (contro il 44,9% dell’anno precedente), il 47,98% ha tardato di un mese, l’1,80% ha saldato tra i 30/60 giorni, lo 0,56% dopo 60/90 giorni, lo 0,30% dopo 90/120. La percentuale di pagatori oltre i 120 giorni e’ stata invece solamente dello 0,13% (nel 2010 era del 2,1%).

Quanto a Bologna, nel primo trimestre 2011 il 46,38% dei pagamenti delle imprese ha rispettato i termini contrattuali, il 50,94% (modalita’ di pagamento piu’ utilizzata) e’ arrivato entro un mese, l’1,86% tra i 30 e i 60 giorni, lo 0,45% tra i 60 e i 90 giorni, lo 0,27% tra i 90 e i 120 giorni. Lo 0,12% oltre il limite dei 120. Notevole il divario tra le imprese piccole e quelle di maggiori dimensioni: piu’ sono grandi, peggio pagano.

A livello regionale le micro imprese (fatturato inferiore a 2 milioni di euro e meno di 10 dipendenti) sono state puntali nel 54,74% dei casi; le piccole (meno di 10 milioni di euro e sotto i 50 dipendenti) nel 40,14%; le medie (fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e meno di 250 dipendenti) nel 25,67%; le grandi (fatturato superiore ai 50 milioni di euro e piu’ di 250 dipendenti) solamente nel 13,22%.