Home Economia Crisi, Banca d’Italia: ripresa fragile in Emilia Romagna

Crisi, Banca d’Italia: ripresa fragile in Emilia Romagna


# ora in onda #
...............




“Crediamo si possa parlare di ripresa, ma di ripresa fragile”: e’ la sintesi di Roberto Marchetti, direttore della sede di Bologna della Banca d’Italia, al rapporto sull’economia dell’Emilia Romagna effettuato incrociando dati statistici nazionali a rilevazioni proprie della banca su 250 imprese, tra settore manifatturiero e servizi. Nel 2010, rileva il rapporto Bankitalia, l’economia regionale e’ tornata a crescere, ma a ritmi contenuti: secondo stime di Prometeia, il pil regionale e’ aumentato dell’1,4% (contro l’1,3% nazionale), recuperando pero’ solo in modesta parte la forte diminuzione del biennio precedente. La ripresa ha tratto stimolo dalle esportazioni, anche se durante la crisi – e in un ottica di commercio mondiale – l’export regionale ha avuto una caduta piu’ ampia e un a ripresa meno rapida. C’e’ dunque il miglioramento dell’export e il dato sostanzialmente positivo della crescita dell’andamento dei consumi interni, a cui fanno pero’ da contraltare il dato nullo sugli investimenti, la diminuzione dei livelli di attivita’ del settore delle costruzioni (che riflette la diminuzione sia della domanda privata che di quella pubblica) e il calo dell’occupazione, piu’ intenso della media nel settore delle costruzioni, per i lavoratori autonomi e per i giovani (il tasso di disoccupazione e’ cresciuto in particolare nella classe di eta’ tra i 15 e i 34 anni, anche se per quanto riguarda l’occupazione femminile, la regione e’ una delle uniche tre in Italia ad aver raggiunto la quota del 60% prevista dall’accordo di Lisbona.). “Tutto questo – ha commentato Marchetti – ci fa ritenere che questa ripresa abbia dei punti di caduta”. Tra i punti critici, anche la riduzione del risparmio finanziario delle famiglie (-5,2% a dicembre, corretto pero’ da – 2,5 % a marzo) di difficile valutazione (parte del risparmio potrebbe essere andato verso i settori postale e assicurativo), ma che potrebbe significare un trasferimento di ricchezza finanziaria verso il consumo.

Ovvero, si riesce a risparmiare di meno e si spende di piu’. In aggiunta, i prestiti bancari hanno ripreso a crescere ma piu’ per le esigenze di ristrutturazioni delle imprese che per gli investimenti. Incerte restano infine le prospettive per il 2011. “Sono tutti problemi che hanno carattere strutturale e nazionale – ha concluso Marchetti – le regioni piu’ dinamiche ne risentono di piu’, anche se le eccellenze del mercato continuano a tirare, come e’ normale nei tempi di crisi”.