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Reggio: i referendum visti dalle donne Pd

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Quattro sono i quesiti sui quali siamo chiamati a votare il prossimo 12 e 13 giugno: due riguardano l’acqua e la sua privatizzazione, uno il nucleare e uno il legittimo impedimento.

Ma se ne parla ancora troppo poco: attraverso il silenzio soprattutto delle televisioni, il governo cerca di far fallire i referendum, di non far raggiungere il quorum. Se ciò avvenisse, significherebbe perdere una grande battaglia di civiltà e sarebbe una grande vittoria per l’attuale maggioranza che, dopo la batosta delle amministrative, continuerà a trascinare con sé gli italiani nello sfacelo politico, economico e istituzionale, oltre che morale.

La Conferenza Permanente delle donne del PD di Reggio Emilia e provincia, esprime il proprio pensiero, coerente con quello del PD, ma secondo il punto di vista di genere.

I due quesiti sull’acqua: dall’acqua si genera la vita, senza l’acqua non si produce nulla, non si può vivere, e noi donne, portatrici di vita, sappiamo bene di che si tratta. Sono le viscere della madre terra che generano l’acqua, che a sua volta serve per generare altra vita, in un incessante, naturale, processo che si ripete da miliardi di anni. Una madre che non ha acqua non nutre i propri figli e questo le donne di altri, più poveri continenti, lo sanno bene. Privatizzare l’acqua, significa mettere le mani sulla nostra vita e pretendere di gestirla e guadagnare enormi profitti. La privatizzazione ha portato, dove è stata introdotta, ad un aumento delle tariffe e alla perdita del controllo della gestione.

Il terzo quesito riguarda il nucleare. Non è la prima volta: un altro referendum per il no al nucleare è stato vinto nel 1987. Di nuovo si vuole mettere le mani sulla vita, quella dei nostri figli e dei nostri nipoti ed anche la nostra. L’attuale governo intende manipolare le città, i boschi, le montagne, le coste, per seppellire le scorie radioattive addirittura nei calanchi di giurassica memoria, scorie che impiegheranno migliaia di anni per diventare inermi. Non solo, la vicenda del Giappone ci ha dimostrato che le calamità naturali e gli errori umani non solo non sono prevedibili, ma ancor meno affrontabili. Nonostante tutto questo, l’attuale governo ci inganna con una “moratoria” ma vuole fare le centrali, interessato solo ai giganteschi investimenti che le centrali prevedono e toglie investimenti alle energie alternative, in un paese come l’Italia, ricco di sole e di vento.

Il quarto referendum sul legittimo impedimento: il legittimo impedimento è la norma che consente al presidente del consiglio e ai ministri di non comparire alle udienze nei processi che li riguardano motivando tale assenza con “il concomitante esercizio di una o più attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti”. Solo se vinceranno i sì significherà che verranno ripresi i processi a carico di Berlusconi, che fino ad ora si è sottratto alla giustizia e si affermerebbe in modo inequivocabile e popolare il principio di uguaglianza di tutti i cittadini e che nessuna carica, nessuna “unzione del signore”, nessuna elezione plebiscitaria o no, preserva, salva e protegge dal giudizio della legge.

Come donne e madri sentiamo che il legittimo impedimento va contro ciò che, dalla Costituzione al nostro senso di giustizia, per noi è principio educativo primario, cioè il rispetto e il valore dell’altro, il valore della giustizia e dell’eguaglianza, perché supporta la pretesa di Berlusconi di essere al di sopra dei giudici, al di sopra della costituzione e al di sopra dei principi che tengono insieme la nostra comunità.

La Conferenza Permanente delle donne democratiche di Reggio Emilia e provincia così si esprime e invita tutte e tutti a votare e a far votare 4 sì.

(Conferenza Permanente delle donne democratiche)