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Economia E-R, studio Cna-Bcc: innovazione anche per le pmi


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In Emilia Romagna, negli ultimi dieci anni, il ruolo delle imprese da 1 a 19 addetti e’ stato determinante per numero, crescita degli addetti, fatturato ed occupazione creata. Dal 2001 al 2007, il fatturato di queste imprese e’ cresciuto di oltre il 25%. Solo la crisi, a partire dal 2008, ha in parte ridimensionato il fatturato che in tre anni, dal 2008 al 2010, e’ calato del 14%. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Osservatorio ‘TrendER’ realizzato dalla Cna e dalle Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia Romagna, con la collaborazione scientifica dell’Istat, i cui risultati sono stati posti al centro, oggi, di un convegno promosso proprio per analizzare i cambiamenti dell’economia regionale e individuare le strade da percorrere per rilanciare crescita e produttivita’. Dall’analisi dei dati, gli esperti riuniti oggi a Bologna hanno concluso che cosi’ come il nostro sistema economico ha un grande bisogno dell’innovazione e, quindi, dei processi di ricerca necessari per innovare, altrettanto i sistemi territoriali a impresa diffusa quale quello emiliano romagnolo, hanno bisogno che tali processi si diffondano ulteriormente e sistematicamente tra le micro e piccole imprese che il sistema territoriale caratterizzano. Nel 2008, su 388mila imprese attive in Emilia Romagna, 380mila hanno meno di 20 addetti ed occupano il 53,6% degli addetti totali. TrendER si concentra su otto settori, per un totale di 135mila imprese con 1-19 addetti: alimentari, moda, legno-mobile, metalmeccanica, costruzioni, riparazione veicoli, trasporti e servizi alle famiglie. Nelle micro e piccole imprese alcune costanti strutturali che attraversano il decennio senza significativi cambiamenti riguardano: l’importanza preponderante della produzione conto terzi (eccetto che nel settore alimentare) ed il peso limitato del fatturato estero: sempre inferiore al 5%; le relazioni coi mercati esteri sono mediate dal rapporto con le imprese committenti. Fino al 2008, le analisi condotte sull’archivio statistico delle imprese attive dell’Istat (Asia) indicano una crescita complessiva in termini di numerosita’ e di addetti, anche se meno significativa rispetto alle imprese piu’ grandi.

Nel 2008, ci sono 24.498 imprese da 1 a 19 addetti in piu’ rispetto al 2001 (+ 6,9%) con 70mila addetti in piu’ rispetto al 2001 (+8,3%); le imprese con oltre 20 addetti aumentano di 882 unita’ (+11,1%) con 140mila addetti (+21,6%). TrendER evidenzia performance della micro e piccola impresa molto diversificate tra i settori che hanno accompagnato le dinamiche di trasformazione dimensionale e composizione strutturale.

L’andamento del fatturato nel decennio indica la metalmeccanica come settore piu’ dinamico in Emilia Romagna; comprova l’andamento negativo di moda e, in misura minore, del legno-mobile; evidenzia il dinamismo delle costruzioni e dei trasporti. Il recupero ciclico dopo la recessione 2008-2009 interessa i diversi settori con cadenze e intensita’ differenti. Il 2010 vede segnali di ripresa (il fatturato aumenta infatti del 2,4% rispetto al 2009). Fatturato in ripresa soprattutto nella meccanica, in particolar modo nel secondo semestre; segnali ancora esitanti negli altri settori manifatturieri, mentre le costruzioni continuano a soffrire l’impatto negativo. Nel complesso dei settori osservati da TrendER, il biennio 2008-2010 vede una migliore tenuta delle imprese da 1 a 5 addetti, mentre quelle da 6 a 19 (piu’ strutturate) soffrono di piu’ per tutto il 2009, ma poi hanno segni di ripresa piu’ marcati nel secondo semestre 2010; in particolare quelle della meccanica incrementano il fatturato di oltre un quarto rispetto a 12 mesi prima. “I processi evidenziati – spiega il segretario di CNA Emilia Romagna Gabriele Morelli – mostrano cosa e’ successo nel recente passato, ma aiutano anche ad interpretare le opportunita’ e i vincoli che si configurano per i prossimi anni. L’equilibrio che il sistema regionale ha trovato a livelli tecnologici intermedi e’ piu’ avanzato di quello complessivo nazionale. Le politiche necessarie a valorizzare queste positive caratteristiche dell’economia regionale, non possono che essere quelle volte all’innovazione, non genericamente declinata, ma specificamente legata alla conoscenza ed alla sua sistematica diffusione, tramite reti, data base, canali di diffusione delle conoscenze concepiti per essere adottati ed utilizzati dalle imprese piu’ piccole, formazione di un capitale umano nuovo”.