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Tecnologia ceramica italiana in recupero dell’8,6%


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Si chiude con un +8,6% il 2010 per i costruttori italiani di macchine e attrezzature per il settore ceramico e del laterizio. Secondo i dati raccolti nella 19° Indagine Statistica Nazionale realizzata da Acimac, il settore ha totalizzato nei dodici mesi dello scorso anno un fatturato di 1.394 milioni di euro; segno di una ripresa reale degli ordinativi ma insufficiente a colmare il crollo registrato nel 2009, quando il calo del giro d’affari si attestò a -30,7%.

A trainare la ripresa, le esportazioni, che rappresentano il 76,6% del giro d’affari (in crescita rispetto al 73,8% del 2009) e confermano la leadership mondiale delle tecnologie italiane. In termini assoluti le esportazioni hanno generato un fatturato pari a 1.067,1 milioni di euro.

I mercati export

Il 2010 ha confermato la penetrazione abbastanza omogenea delle tecnologie italiane nei vari continenti.

L’Asia diventa il principale mercato di sbocco con il 32,7% dell’export totale, seguita dal continente europeo, con il 25,6%, dalle americhe (16,1%), dal Medio Oriente (14,2%), e dall’Africa (11,2%).

Scendendo nel dettaglio delle aree geografiche, Cina, Taiwan e Hong Kong diventano la prima area di export con 203,7 milioni di euro (+63% sul 2009) e una quota del 19,1% sul fatturato totale export. Scende al secondo posto l’Unione Europea con 188,6 milioni di euro (-25,1%) e pari al 17,7% dell’export totale. Sul terzo gradino i Paesi dell’area medio-orientale che, sostanzialmente stabili rispetto al 2009, si fermano ad un fatturato di 152 milioni di euro. Seguono i Paesi classificati come “Altri Asia”, che comprendono tra gli altri, India, Tailandia, Indonesia e Vietnam, e totalizzano un giro d’affari di 145,4 milioni di euro, pari al 13,6% del totale, e in crescita del 37,1% sul 2009.

Al quinto posto si posiziona il Sud America dove si realizzano 129,5 milioni di euro seguito da Africa (119 milioni), Est Europa (84,5 milioni), Nord America (42,7 milioni) e infine l’Oceania con 0,9 milioni di euro.

L’Italia

Il fatturato domestico ha registrato lo scorso anno un ulteriore ridimensionamento del -2,8%, assestandosi a 326,8 milioni di euro e pari al 23,4% del fatturato totale. Le sole tecnologie che hanno registrato una crescita sono state quelle dedicate alle fasi finali del processo produttivo (scelta, confezionamento, pallettizzazione, stoccaggio e movimentazione), oltre alle linee di smaltatura e decorazione spinte dall’introduzione delle macchine di decorazione digitale.

Struttura del settore

Il 2010 ha conservato praticamente immutata l’istantanea del settore fotografata nel 2009. Alla fine dello scorso anno erano 157 le aziende (quattro unità in meno rispetto al 2009) e 6.228 gli occupati (+13 unità sul 2009).

Resta analoga anche la suddivisione delle aziende per classi dimensionali d’impresa. Il 56% ha un fatturato inferiore ai 2,5 milioni di euro, mentre sono solo il 10,6% quelle con giri d’affari che superano i 10 milioni di euro.

La numerosità delle aziende nelle varie classi resta inversamente proporzionale alla loro incidenza sul fatturato di settore e alla capacità di presidiare i mercati export.

La sola classe di aziende con fatturati superiori ai 10 milioni di euro genera infatti il 75% del fatturato totale e realizza all’estero l’85% del suo giro d’affari.

L’internazionalizzazione

Nel 2010 erano 57 le società estere a capitale maggioritario italiano (superiore al 51%) che hanno generato un fatturato di 338,2 milioni di euro, in crescita del 28,7% sul 2009.

Previsioni per il 2011

“Nel corso dei dodici mesi del 2010 abbiamo assistito ad un timido riavvio degli investimenti nella maggior parte dei Paesi del mondo” – dichiara il presidente di Acimac, Pietro Cassani – “e siamo pertanto fiduciosi sull’andamento dell’anno in corso”.

“Ci attendiamo, pertanto, un ulteriore recupero di 10-15 punti percentuali sul fatturato raggiunto a fine 2010, anche se è sempre più difficile fare previsioni, visti i fattori esogeni coi quali dobbiamo fare i conti giorno dopo giorno”.

“Le nostre imprese stanno, ad esempio, – continua Cassani – scontando i disordini politici e sociali che stanno investendo l’intera area medio-orientale”.

I costruttori italiani attendono inoltre il ritorno della crescita anche sul mercato italiano.

“In questi primi mesi – chiude Cassani – abbiamo assistito alla firma di importanti contratti di fornitura con primarie realtà italiane e ci auguriamo che tale trend continui anche nel prossimo semestre e, proprio per parlare sul futuro del Distretto Ceramico, (a noi particolarmente caro) abbiamo organizzato domani (10 giugno) una Tavola Rotonda con alcuni dei principali attori del settore”.

I settori clienti

Il 2010 ha riconfermato la suddivisione del fatturato dei costruttori di macchine italiani per settori clienti.

La quota maggiore del fatturato totale di settore è realizzata da forniture ai produttori di piastrelle (80,4%) in aumento rispetto al 2009.

In termini assoluti, il fatturato realizzato con questa tipologia di clienti è stato pari a 1.121,3 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto al 2009, e risultante da una crescita del 22,7% nei mercati internazionali e del 5% in quello domestico.

In Italia, il fatturato generato da vendite ai produttori di piastrelle è stato di 266,6 milioni di euro, all’estero è stato pari a 854,6 milioni di euro.

Il secondo cliente più importante in termini di fatturato (10% sul totale) resta quello dei produttori di laterizi nonostante, lo scorso anno, abbia subito i ridimensionamenti maggiori (-25,9% fermandosi a 139,3 milioni di euro). Il crollo maggiore (-34,1%) è stato registrato nel mercato italiano, mentre l’export si è contratto del -23%.

Seguono le macchine per sanitari che, con un fatturato di 51,4 milioni di euro, registrano un calo del 10%, determinato da un -43,5% in Italia e da un +9% sui mercati internazionali.

Il mercato dei refrattari diminuisce in maniera decisamente più lieve rispetto al 2009, grazie ad un marcato aumento in Italia (+34,7%). Nel 2010 il valore delle vendite totali in questo comparto è stato di 31,9 milioni di euro (-12,4%).

Diversamente dal 2009 il mercato della macchine per ceramica varia perde il 13,6% a causa soprattutto di un calo sui mercati esteri (-19,6%).

Registra un aumento significativo il comparto delle macchine per stoviglieria (+14,4%) raggiungendo i 20,8 milioni di euro di fatturato.

Famiglie di macchine: incidenza sul fatturato

L’incidenza delle singole tipologie di macchine sulla composizione del fatturato totale di settore, anche nel 2010, non ha registrato scostamenti rispetto agli anni precedenti, poiché deriva dall’importanza che tali tipologie hanno all’interno del ciclo produttivo ceramico.

Le macchine per la formatura dei materiali ceramici rappresentano il 25,1% del fatturato complessivo, seguite dagli impianti di smaltatura e decorazione con il 16,9%, dalle macchine di cottura con il 12,2%, e da quelle per la preparazione delle terre al 10,5%.

In recupero sul 2009 le vendite di tutte le tipologie di macchine, eccezion fatta per le tecnologie di formatura (-16%), per la preparazione terre (-6,4%), per l’engineering (-13%) e gli strumenti di laboratorio (-8,7%).

A trainare la ripresa sono invece le crescite delle vendite di macchine di fasi chiave del processo, quali la smaltatura e decorazione che, guadagnando il 20,1%, hanno totalmente riassorbito il calo del 2009, anche grazie agli investimenti in tecnologia digitale.

Brillanti anche le performance delle macchine per l’essiccazione (+1,9%), la cottura (+8,6%), la scelta, il confezionamento e la palletizzazione (+28,8%), di quelle per la finitura (+19,5%), che hanno recuperato totalmente le perdite subite nel 2009, degli stampi (+9,2%), dei sistemi per la depurazione (+16,4%) e il controllo di qualità e processo (+499%).