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L’Edilizia Sociale al centro di un seminario di Federabitazione-Confcooperative E-R


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Per poter rispondere alle nuove e sempre più complesse esigenze abitative è necessario adottare un modello di intervento basato sulla intersettorialità in grado di garantire politiche di sviluppo territoriale in linea con le richieste delle comunità locali. È quanto ha evidenziato Confcooperative Emilia Romagna nell’ambito del convegno su “Edilizia Sociale: quale ruolo per la cooperazione?” organizzato oggi a Bologna.

“L’edilizia sociale – ha rilevato Marco Venturelli, direttore di Confcooperative regionale – non può interessare soltanto aspetti edilizi, finanziari ed urbanistici che, seppur importanti, rappresentano solo una faccia della medaglia”. “La mission della cooperazione, concentrata negli ultimi decenni sull’importanza di favorire l’accesso alla casa anche ai cittadini meno abbienti, – ha proseguito Venturelli – deve cioè ripercorrere la strada della vocazione iniziale per offrire una risposta adeguata anche alle altre dimensioni del vivere”.

Il tema dell’ediliza sociale è stato ripreso anche da Ugo Baldini e Giampiero Lupatelli di CAIRE (Cooperativa Architetti Ingegneri Reggio Emilia) che hanno sottolineato l’esigenza di realizzare una grande manovra in grado di rendere possibile ed economica l’offerta di abitazioni in affitto a canone moderato per rispondere alla domanda sempre maggiore anche in Emilia Romagna. Una regione in cui l’abitazione rappresenta una delle principali criticità assorbendo quote rilevanti e crescenti del reddito famigliare nonostante la spesa sociale sia una delle più alte a livello nazionale attestandosi sui 250 milioni di euro. Negli ultimi otto anni infatti (2002/2010) in Emilia Romagna è aumentata la disuguaglianza e parallelamente si è registrato un incremento delle famiglie, cresciute di oltre 220.000 unità, corrispondenti a 24.000 nuove famiglie all’anno, mentre la produzione edilizia, seppur intensa, non è riuscita a tenere il passo con questo fenomeno, in gran parte dovuto all’aumento dell’immigrazione.

L’Assessore alle Attività Produttive e Politiche Abitative dell’Emilia Romagna, Gian Carlo Muzzarelli, ha ricordato che la scarsità delle risorse disponibili e la frammentazione della proprietà immobiliare tipica del nostro paese rischiano di bloccare il processo di riqualificazione urbana e di rigenerazione del territorio antropizzato, obiettivi su cui punta con decisione il Piano Territoriale Regionale al fine di limitare al minimo il consumo di suolo.

In questo senso, il presidente regionale di Federabitazione/Confcooperative, Mario Bortolotti, ha ricordato che la cooperazione rappresenta un soggetto unico nel suo genere ed insostituibile in quanto è quello in grado di meglio organizzare l’utenza ed interpretarne i bisogni con caratteristiche distintive rispetto agli altri attori pubblici e privati.

Bortolotti ha poi affermato che, in un’epoca di ristrettezza delle risorse finanzarie pubbliche, il principale ostacolo alla realizzazione di interventi di edilizia residenziale sociale è rappresentato dalla scarsa propensione dei Comuni a rendere disponibili a titolo gratuito o a basso costo aree ed edifici da riqualificare, così come invece obbligherebbe loro la legge urbanistica. Al seminario è poi intervenuto Gaetano De Vinco, presidente di Federsolidarietà/Confcooperative Emilia Romagna, che ha ricordato come la cooperazione sociale possa svolgere un ruolo importante nella promozione e costruzione di nuovi contesti relazionali in grado di favorire l’innovazione e la qualità del vivere. Tutto ciò perché operando all’interno delle comunità locali il movimento cooperativo può interpretarne con efficacia le esigenze. L’Assessore regionale alle Politiche Sociali, Teresa Marzocchi, ha concluso i lavori ricordando l’importanza dell’integrazione tra le cooperative di abitazione e quelle sociali che consente di offrire alle istituzioni progetti e proposte in grado di anticipare le esigenze future.