Home Ceramica Intense trattative per salvare e rilanciare un patrimonio industriale del distretto ceramiche-piastrelle

Intense trattative per salvare e rilanciare un patrimonio industriale del distretto ceramiche-piastrelle


# ora in onda #
...............




Dagli imprenditori che si sono fatti avanti la possibilità di progetti industriali che prevedono investimenti, innovazioni di prodotto ed anche diversificazioni produttive

L’obiettivo è dare prospettive sicure a 405 lavoratori ed evitare un impatto sociale drammatico in un’area come quella della Val di Taro e Sassuolo-Fiorano

Dopo l’ammissione al concordato deciso dal tribunale di Modena il 27 maggio scorso, si stanno svolgendo frenetici incontri per bruciare i tempi e cercare di portare in porto il più rapidamente possibile il salvataggio produttivo, industriale ed occupazionale di uno dei gruppi storici del distretto ceramico emiliano romagnolo, il gruppo FINCUOGHI.

Nei giorni scorsi, come sindacato, abbiamo incontrato il Commissario A. Tullio per manifestarle le nostre preoccupazioni e per metterci a disposizione della procedura concorsuale affinchè tutti gli atti vengano svolti nei tempi più rapidi ed a garanzia della continuità produttiva ed occupazionale: vanno tutelati i creditori ma la bussola deve essere anche il patrimonio industriale, professionale e sociale di un intero territorio.

E’ stata sottoscritta in Regione una cassa integrazione straordinaria per accompagnare questa fase in cui gli impianti sono fermi garantendo ai 405 lavoratori di percepire l’integrazione salariale.

Si sono aperti tavoli con 2 imprese per costruire progetti industriali, uno su Bedonia (che prevede anche la costruzione di un impianto che produca energia dal fotovoltaico) ed un secondo progetto sui rami d’azienda per la produzione, lavorazione e commercializzazione di materiale ceramico che coinvolge lo stabilimento di Borgotaro ed i siti di Sassuolo e Fiorano. Stiamo discutendo i progetti industriali, gli investimenti previsti e le garanzie occupazionali immediate e di prospettiva e nelle prossime ore pensiamo/dobbiamo stringere un accordo che ci consenta di riavviare gli impianti e di ridare futuro a 400 famiglie. Nei progetti presentatoci c’è anche la possibilità di portare innovazione (di prodotto, tecnologico/impiantistico, nella logistica) e di ridare slancio ad un settore, quello ceramico, che stà attraversando un profondo processo di riposizionamento strategico: i volumi non torneranno più a quelli pre-crisi ma l’innovazione di prodotto, l’ampliamento e diversificazione dei settori d’uso dei prodotti ceramici (è ormai lontano il tempo in cui ceramica significava rivestimenti e basta), l’importanza che assumeranno funzioni come la logistica, il supporto al cliente, il design, la ricerca, ecc. faranno la differenza tra l’Italia ed i paesi emergenti.

Per questo, la crisi FINCUOGHI, oltre all’innegabile aspetto sociale che ha, è anche una opportunità per il distretto e nessuno può farsela sfuggire per insipienza o ancor peggio meschini calcoli (se fallisce è uno in meno a competere).

Le istituzioni, a partire dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia di Parma e Modena, dai sindaci dei comuni interessati, stanno svolgendo un ruolo importante, ma una tale sensibilità non sempre si percepisce e si manifesta nel mondo economico, finanziario e sociale del territorio che viceversa dovrebbe preoccuparsi di un eventuale “fallimento” di questi sforzi per portare fuori dalla crisi il gruppo FINCUOGHI. Il sindacato sta facendo il suo mestiere e sta predisponendo gli accordi con i soggetti imprenditoriali che si sono presentati con proposte e progetti che abbiamo discusso ed anche modificato; a tutti chiediamo pari responsabilità ed impegno

Giordano Giovannini

Segretario Generale FILCTEM CGIL Emilia Romagna