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Lingua italiana ed educazione civica per i cittadini stranieri: siglato il protocollo


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Un “patto” tra Regione, Prefettura di Bologna – a nome delle Prefetture dell’Emilia-Romagna – Ufficio scolastico regionale, Anci e Upi per il sostegno e la diffusione della lingua italiana e dell’educazione civica tra i cittadini stranieri adulti. E’ quanto prevede il protocollo d’intesa di durata triennale, siglato oggi a Bologna in Prefettura, che impegna i firmatari su più obiettivi: consolidare e coordinare l’offerta formativa attuale, dedicare una particolare attenzione alle persone recentemente immigrate in Italia – , garantendo loro un canale di accesso adeguato ai percorsi formativi – , qualificare i soggetti pubblici e del privato sociale che programmano e svolgono corsi di lingua italiana ed educazione civica ai cittadini stranieri. Potenziare, al tempo stesso, la rete istituzionale rappresentata dall’Ufficio scolastico regionale/Centri territoriali permanenti, Prefettura, Regione, Provincia e Comuni per una gestione organizzata dell’impatto sul territorio dei nuovi adempimenti normativi; infine, raccogliere e analizzare bisogni, criticità e buone prassi dei soggetti impegnati nell’insegnamento della lingua.

“Con questo protocollo abbiamo voluto ‘capitalizzare’ le tantissime esperienze formative presenti sul territorio e definire un patto per compiere un salto di qualità sull’offerta e sul coinvolgimento del terzo settore” ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, che ha sottoscritto l’accordo insieme al prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia, a Daniele Manca (Anci Emilia-Romagna), Giuseppe Sidoli (Upi Emilia-Romagna) e Maria Luce Bongiovanni (Ufficio scolastico regionale). “Siamo in piena sintonia con i principi delle politiche d’integrazione dell’Unione europea – ha aggiunto l’assessore – ; ricordo inoltre che la priorità principale del programma triennale 2009-2011 della Regione per l’integrazione sociale degli stranieri consiste proprio nella promozione dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione della lingua italiana, per consentire una piena cittadinanza sociale e politica”.

Alla base del protocollo ci sono diverse disposizioni normative, a partire dal decreto legislativo 286/1998 (“Testo Unico in materia di immigrazione”), secondo cui il diritto allo studio della lingua italiana dev’essere garantito da Stato, Regioni ed enti locali attraverso appositi corsi e iniziative. Anche il Parlamento europeo, con un’apposita risoluzione, ha individuato l’istruzione e l’apprendimento linguistico tra le priorità per l’integrazione degli immigrati; priorità indicata anche nella legge regionale 5/2004.

Il test di conoscenza della lingua italiana

Altro riferimento per il protocollo è la legge 94/2009 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, che ha introdotto nel Testo Unico in materia di immigrazione una serie di modifiche tali per cui il rilascio del cosiddetto “permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo” è subordinato al superamento di un test di conoscenza della lingua italiana. In Emilia-Romagna, da metà febbraio 2011 al 30 maggio (dati ministero dell’Interno), sono state 7.041 le richieste presentate per effettuare il test; 30 le sedi dove è stato effettuato, 258 le sessioni, 5685 le convocazioni; 3822 il totale dei test sostenuti, di cui 2814 quelli superati; 445 i non superati, 12 i non ammessi al test e 551 gli assenti.

L’impegno della Regione

La Regione, con apposita delibera di giunta, ha destinato alle Province complessivamente 569.800 euro, assegnati dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l’attuazione di un programma di interventi (principalmente corsi) finalizzati alla diffusione della conoscenza della lingua tra i cittadini immigrati regolarmente residenti. La Regione partecipa inoltre, con il progetto “Parole in gioco”, a un bando del ministero dell’Interno – rivolto alle Regioni – per ottenere finanziamenti (381mila euro) per la realizzazione di un sistema di governance regionale a più livelli, finalizzato a promuovere e a integrare l’offerta di formazione linguistica, di cultura italiana e di educazione civica per i cittadini stranieri.

Per quanto riguarda il protocollo d’intesa la Regione attiva un coordinamento con le Province per sottoporre a monitoraggio periodico il tema dell’insegnamento della lingua sia dal punto di vista dell’applicazione e degli effetti introdotti a livello normativo, sia rispetto alla previsione di bisogno formativo. Individua il livello provinciale quale “luogo ottimale” per comporre un quadro d’insieme dell’offerta e della programmazione di interventi per la conoscenza della lingua italiana e educazione civica; infine, all’interno delle attività della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, promuove occasioni di informazione e diffusione in riferimento alla applicazione del protocollo.