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SEL: su gestione Acqua ripartiamo dal basso

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Il sensazionale successo referendario dimostra che i cittadini italiani – se messi in grado e nelle condizioni di partecipare alle scelte strategiche in materia di servizi pubblici, energia ed ambiente – rispondono magnificamente. E il risultato è che la maggioranza di essi oppone un secco No alla cultura ed alla pratica delle privatizzazioni.

Si tratta di un chiaro segnale mandato al Governo ed agli Enti locali per una radicale modifica nella gestione dei beni comuni (a partire dall’Acqua e passando attraverso un serio impegno per un piano energetico nazionale fondato sulle rinnovabili), che sia caratterizzata dalla partecipazione dei cittadini e dei lavoratori, dalla trasparenza e dagli investimenti di qualità, piuttosto che dai profitti, dai dividendi e dalle quotazioni in Borsa.

Per quanto concerne il servizio idrico, si impone la necessità di una legge organica nazionale e SEL propone due esempi sui quali cominciare a riflettere, nel metodo e nel merito: l’approvazione, ieri, da parte del Consiglio regionale della Puglia dell’importante legge sulla ri-pubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese; e la proposta di legge di iniziativa popolare (“Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico”) del Forum dei movimenti per l’Acqua (ovvero il soggetto collettivo che ha promosso i due quesiti referendari per l’Acqua Bene Comune) sottoscritta da 400.000 persone nel 2007, che giace nei cassetti della Commissione Ambiente della Camera dei deputati. Noi chiediamo, insieme ai Comitati, che questa proposta di legge di iniziativa popolare sia portata al confronto con le istituzioni e con la cittadinanza, in tutti i territori.

(Sinistra Ecologia Libertà, Federazione di Modena)