Accogliamo positivamente l’apertura che arriva dal Comune di Sassuolo per la ripresa delle discussioni sul “Regolamento Brunetta”. “A questo punto ci sembra giusto sospendere il programma di assemblee che ci eravamo dati per riprendere il confronto” dichiarano Alessandro De Nicola della Fp/Cgil e Stefania Gasparini della Cisl/Fp. In queste ore infatti il Comune ha convocato nuovamente i sindacati per un incontro mercoledì 22 Giugno.
“All’Amministrazione vogliamo far comprendere – dicono i sindacalisti – quanto importante sia per noi e per i lavoratori la discussione intorno a questo tema che introduce notevoli cambiamenti a livello economico e nell’organizzazione del lavoro”.
“Troviamo singolare poi la «sorpresa» del Sindaco Caselli, basta leggere il verbale dell’incontro per capire come non ci fosse nessuna intesa e a più riprese era stato ribadito il nostro giudizio negativo rispetto all’impianto di regolamento proposto”.
Giudizio negativo ribadito anche il giorno successivo con una nota aggiuntiva al verbale. Non è in discussione l’applicazione di una legge dello Stato, ma un cambiamento normativo come il “Regolamento Brunetta” merita una discussione approfondita che non può essere liquidata in modo frettoloso, in ballo per il lavoratore non c’è solo un pezzo importante della propria retribuzione, ma anche le modalità con cui si organizzano gli uffici e si dispone il trasferimento o lo spostamento del personale. Tutti elementi che incidono fortemente sull’attività lavorativa e su cui è impensabile che non ci sia il consenso dei sindacati. Soprattutto in questa fase dove di fronte ai tagli agli del Governo su gli Enti locali Amministrazioni e lavoratori sono continuamente messi in difficoltà e che, nel corso degli anni, hanno causato un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro.
“Auspichiamo che il Comune di Sassuolo – concludono i sindacalisti – nei confronti di questo tipo di problematiche dimostri più sensibilità rispetto allo stesso Ministro della Pubblica Amministrazione che in questi giorni sarà in visita in città. Ministro per il quale tutti i dipendenti pubblici sono fannulloni e i lavoratori precari rappresentano «l’Italia peggiore»”.