Le forze politiche della sinistra modenese che sostengo l’attuale maggioranza in Consiglio Provinciale, tutte insieme (Italia dei Valori, Sinistra Ecologia Libertà, Verdi, PdCI), hanno presentato un documento comune contenente osservazioni e critiche di merito sul PPGR in discussione, chiedendo coraggio verso obiettivi ambiziosi e prudenza nel dimensionare gli impianti di smaltimento.
Osservazioni in merito al Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti
Gli organismi direttivi provinciali dei sottoindicati partiti e movimenti della sinistra modenese, esaminato il Documento Preliminare approvato dalla Giunta nel quadro della procedura per l’aggiornamento del PPGR, hanno rilevato elementi sui quali non concordano ed anzi esprimono forti perplessità o discrasie. Riteniamo che il Piano Presentato presentato e descritto sia da considerarsi vecchio e poco coraggioso. Crediamo sia doveroso, per un ente quale la Provincia di Modena, trovare , analizzare e proporre percorsi/progetti/obiettivi innovativi, allo stato attuale siamo di fronte a una programmazione futuristicamente non percorribile, obsoleta e non a salvaguardia della salute dei cittadini, non ultimo non volta alla ricerca di un azione green in campo di riciclaggio e riutilizzo.
Si ritiene infatti che in un Piano dell’importanza, della durata (10 anni) e dell’estensione del PPGR, la definizione degli obiettivi da perseguire, delle azioni da mettere in campo e le conseguenti quantificazioni dei rifiuti da gestire, in particolare da avviare a smaltimento, è fondamentale. Non può essere affrontata in modo superficiale e sbrigativo. Deve soprattutto essere improntata con coraggio alla innovazione ed alla massima salvaguardia della salute della popolazione tutta e delle risorse ambientali nella loro integrità.
Ma sopra ogni altra cosa deve essere attentamente valutata, ponderata e condivisa fra tutte le forze politiche e sociali che condividono la guida della amministrazione. Dunque, esprimendo in pieno la nostra volontà di condivisione e di partecipazione alla gestione della cosa pubblica, sottoponiamo alla discussione le seguenti osservazioni:
1 Il principio della riduzione della produzione di rifiuti, che è posto al vertice della “gerarchia europea” della gestione degli stessi, non trova sufficiente spazio nel Documento. La riduzione dei rifiuti e il progressivo contenimento della loro produzione deve diventare criterio fondante esplicito di tutta l’attività pianificatoria, progettuale, realizzativa ed amministrativa dell’ente, a partire dalla pianificazione delle infrastrutture e della distribuzione commerciale. Chiediamo dunque che questo impegno sia esplicitato operativamente attraverso programmi di azione, tesi a divulgare presso tutti i cittadini (dallo scolaro al pensionato) le azioni più virtuose nel senso della prevenzione, nonché programmi di intervento per la diffusione presso le aziende produttive e di servizio, delle “migliori tecniche disponibili” in materia di contenimento della produzione di rifiuti.
A monte di ciò, ci appare stimata in eccesso la quantità di rifiuti che si prevede di dover gestire: sia perchè le ultime statistiche, segnalano un rallentamento se non addirittura una diminuzione della “produzione pro-capite” di rifiuti urbani, (mentre nel Documento Preliminare si ipotizza un incremento annuo pari all’1%.) sia in relazione a politiche e progetti di contenimento da perseguire,sia in termini quantitativi che qualitativi. Sostanzialmente siamo a richiedere quali azioni si intende adottare per attuare un operazione di propaganda atta non solo ad informare ma anche ad educare tutti i cittadini ad una più razionale produzione di rifiuti, che riteniamo più efficaci di risorse economiche messe a disposizione.
2 Sostegno al recupero di materia. Gli EE.LL. possono essere un motore importante nello stimolo al recupero di materie preziose dai rifiuti. In conformità con l’evoluzione della normativa europea, che ha visto nella già richiamata “gerarchia” il recupero di materia essere chiaramente preposto al recupero energetico, chiediamo che la Provincia e tutti gli EE.LL. dell’ambito provinciale siano chiamati anche dal PPGR a favorirlo: tutti gli investimenti eseguiti dalla Provincia, direttamente o tramite appalto, devono prevedere l’impiego nella realizzazione di materiali derivanti dal recupero di rifiuti. Questo criterio deve diventare uno degli elementi di scelta nella definizione delle gare di appalto e concessione.
3 Quantità di rifiuti oggetto di Raccolta Differenziata dei rifiuti urbani ed assimilati (RD). Considerata l’importanza centrale, anche in termini culturali, della RD, considerato che gli obiettivi posti dalla UE ragionano in termini non in quantità di rifiuti differenziati ma di rifiuti recuperati, considerato infine che non tutta la quantità raccolta è effettivamente recuperata e recuperabile, appare assolutamente limitativo assumere quale obiettivo di Raccolta Differenziata il minimo di legge (65%). Proponiamo di assumere obiettivi più ambiziosi, che portino la Provincia di Modena, al 2019, ad un livello di RD non inferiore al 75%.
Considerato che il PPGR propone il raggiungimento degli obiettivi di RD potenziando il sistema di raccolta stradale siamo a chiedere un’analisi di sistemi di raccolta differenti, già sperimentati sul territorio provinciale, regionale, o nazionale che consentano il raggiungimento di percentuali di RD superiori (es porta a porta), da assumere come modello di riferimento per la futura organizzazione dei servizi di raccolta su tutto il territorio provinciale. Siamo molto critici sul raggiungimento degli obiettivi di RD solamente attraverso il potenziamento della raccolta stradale, soprattutto a quei comuni (37 su 47) i quali ad oggi non sono stati in grado di raggiungere l’obbiettivo precedentemente posto (55%). Siamo inoltre a chiedere quali esperienze esistono nel territorio regionale o nazionale che hanno raggiunto tali obiettivi con la raccolta a cassonetto stradale
A maggior ragione, a fianco ad obiettivi troppo modesti risulta inaccettabile porre una “quota di sicurezza” pari addirittura al 15% del complessivo quantitativo di rifiuti prodotti ed intercettati dal servizio pubblico. Il che, di fatto, sostituisce all’obiettivo dichiarato del 65% un obiettivo “reale” del 50%. Inoltre non riteniamo di vitale importanza la riduzione delle discariche in tempi così brevi e valutiamo il limite di raggiungimento del conferimento posto all’1% come un traguardo impossibile da raggiungere in un lasso di tempo così breve.
4 Programmazioni con aziende, non vi è nessun accenno ad un piano di raccolta differenziata da attuare in collaborazione con le attività produttive del territorio, valutando un eventuale percorso con piani scontistici delle tariffe ad esse applicate. Tra le varie tipologie di rifiuti, consideriamo i quantitativi della categoria riguardante plastiche vetro o alluminio ad uso alimentare di cui tutte, piccole medie o grosse imprese esse sian,o durante l’anno producono (prendiamo ad esempio un azienda di medio grande dimensione e pensiamo soprattutto nel periodo estivo che quantità di bottigliette e lattine può utilizzare!!). Opportunamente raccolte in maniera differenziata portano a conferimento quantitativi sicuramente non piccoli di materiale pronto al riciclo o al riutilizzo, considerato l’alto numero di aziende presenti sul nostro territorio.
5 Rifiuti Speciali Non Pericolosi (RSnP). I rifiuti speciali sono una categoria ampia ed eterogenea, comprensiva di materiali dotati di natura e pericolosità assai diverse. Le categorie più rappresentate in provincia (rifiuti da demolizione e costruzione, rifiuti ceramici, rifiuti metallici) sono ampiamente recuperabili e recuperate, e comunque non trovano corretta collocazione in impianti destinati allo smaltimento dei rifiuti urbani. Si propone quindi che si ammetta nel circuito di smaltimento dei rifiuti urbani non più di 30.000 tonnellate/anno di RsnP, esattamente quanto autorizzato fino ad ora e non oltre.
La recente decisione della Provincia di Modena di innalzare il tetto massimo da 30.000 a 45.000 T/A, (respingendo per il momento la richiesta di Hera di eliminare anche questo limite e quindi di attingere senza più vincoli al libero mercato), la consideriamo concessa come emergenza, in quanto bisogna ristabilire la quota iniziale, diversamente contraddice con quanto in passato dichiarato dalla provincia. Che l’azienda hera abbia intenzione di far concorrenza alle ditte private che attualmente trattano gli speciali lo sappiamo chiaramente, e tutti conosciamo le cifre che orbitano attorno a questo servizio.
Nel 2009 i R.S. bruciati nell’inceneritore sono stati circa 30.000 Ton. mentre i R.S.U. bruciati sono stati 109,791 Tonnellate (dato quadro conoscitivo cap.6 tab. 6.10), calcolando anche l’aumento a 45.000 T/A del 2010 autorizzato dalla Provincia si vede come al massimo si arrivi ad un utilizzo dell’inceneritore pari a circa 155.000 T/A, l’impianto non raggiungerà la sua potenzialità massima di 180.000 T/A avendo quindi un ampio margine di riserva. Come precedentemente accennato altri indicatori vedono la produzione di rifiuti pro/capite nel 2009, subire un decremento dello 0,9% (dato medio regionale) a causa anche della crisi economica.
6 Sostenibilità economica del Piano. Si richiede che il PPGR sia completato affiancando a tutte le valutazioni tecniche ed ambientali una valutazione della sostenibilità economica del Piano medesimo nel decennio di pianificazione. Valutazione di sostenibilità che metta a confronto scenari differenti, in particolare la realizzazione o meno della nuova linea del termoutilizzatore di Modena considerando nel secondo caso l’utilizzo delle medesime risorse per dar vita ad impianti di riciclaggio e/o sostenere la più ampia diffusione dei modelli di raccolta Porta-a-Porta. (Riteniamo manchi una chiara informazione circa i costi di manutenzione degli inceneritori, che sono particolarmente onerosi. L’attuale inceneritore da 180.000 ton richiede 29 milioni di euro/anno di sola manutenzione. Se si procedesse alla ricostruzione della terza linea, oltre all’investimento di circa 53 milioni preventivati per la costruzione, si dovrebbero preventivare ulteriori 10 milioni/anno per le manutenzioni).
Al fine di poter confrontare dal punto di vista economico i diversi scenari possibili sarebbe utile l’acquisizione di proposte gestionali, con relativa valutazione della sostenibilità economica, anche da parte di gestori di comprovata esperienza nella raccolta porta a porta che abbiano operato con successo in altre realtà territoriali. Nella valutazione, inoltre, si chiede che siano esplicitamente considerate le ricadute in termini di investimenti indotti e di nuova occupazione creata.
7 Impianti di smaltimento. La procedura di aggiornamento del PPGR ha preso avvio con un Documento di Indirizzi che prevede di non realizzare nuovi impianti di discarica o di smaltimento, ma di agire attraverso la potenzialità degli impianti esistenti, tuttalpiù ampliando questi. Si propone che nel definire le necessità di smaltimento, per quanto riguarda gli impianti tecnologici come il termovalorizzatore, che dunque presuppongono un flusso minimo di rifiuti per poter funzionare, si chiede che il dimensionamento delle necessità sia fatto per difetto piuttosto che per eccesso lasciando eventuali “quote di sicurezza” a carico delle discariche, che non presuppongono flussi minimi ma rappresentano un “fondo”, un “capitale” da valorizzare nel tempo.
Al termine della presentazione delle nostre osservazioni, considerato l’impatto economico, sociale ed ambientale dell’intervento, e considerato che i flussi di rifiuti da smaltire ipotizzabili, rivisti alla luce delle proposte sopra avanzate, risultano significativamente inferiori a quelli riportati a conclusione del Documento Preliminare, si chiede di sospendere l’esame ulteriore di qualunque richiesta di ampliamento del termovalorizzatore di Modena, in attesa di definire e condividere, nella maniera più ampia e partecipata possibile, le effettive esigenze del sistema impiantistico (richiamando il semplice principio di precauzione che ci invita a stimare queste ultime per leggero difetto piuttosto che per eccesso) e programmatico del territorio, di rivalutare le differenti opportunità offerte attuando percorsi diversi da quelli presentati.
(Italia dei Valori – A. Borghetti seg. Prov. IDV – S. Pederzini capogruppo provincia; Sinistra Ecologia e Libertà – P. Manzini seg. Prov. SEL, G. Garagnani- C. Favarin coordinamento Federale e cittadino; Verdi – W. Telleri seg. Prov.Verdi; Federazione della Sinistra – S. Lugli seg. Prov. R.C. – M. Desiante seg. Prov. PdCI)