Home Modena Accordo in Consiglio comunale a Modena sul regolamento di Polizia urbana

Accordo in Consiglio comunale a Modena sul regolamento di Polizia urbana


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L’approvazione delle modifiche al regolamento di Polizia urbana, avvenuta nel Consiglio comunale di lunedì 20 giugno, è stata accompagnata da un lungo dibattito aperto da Vittorio Ballestrazzi. Per il consigliere di Modenacinquestelle.it l’emendamento proposto dal sindaco “stravolge l’articolo 46 del regolamento”, perché è quasi impossibile dimostrare l’insistenza del questuante. Inoltre “anche la norma sulle bevande alcoliche è difficilmente applicabile” poiché chi viene sorpreso dalla Polizia municipale può facilmente abbandonare il contenitore. “L’unica soluzione – ha aggiunto – è ripristinare la cauzione sui vuoti a rendere”.

Di tutt’altro parere Olga Vecchi del Pdl, che ha definito “cavilli” le obiezioni sollevate dal collega. “Ciò che importa è che aver inserito tali modifiche nel regolamento indica la volontà di eliminare situazioni di degrado e di agire per la sicurezza, perché occorrono regole anche per divertirsi”, ha detto la consigliera ribadendo l’importanza dei “controlli affinché le norme vengano rispettate”. Sempre per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha annunciato voto favorevole alla delibera: “Si tratta di una serie di norme sicuramente utili per la collettività modenese, che fanno riferimento a quanto previsto dal pacchetto sicurezza siglato con il ministro Maroni. Il voto positivo alle modifiche non significa però che il Pdl approvi l’intero regolamento”. Anche Sandro Bellei ha definito “utile” il testo, pur sottolineando “che Modena ha bisogno essenzialmente di controlli costanti e quotidiani da parte della Polizia municipale. Mi auguro che il nuovo regolamento possa garantire alla città la sicurezza di cui ha tanto bisogno”.

Anche Sergio Celloni, Mpa, ha annunciato il proprio voto a favore della delibera per sostenere l’impegno della Giunta contro la microcriminalità, anche se ha espresso “forti perplessità per provvedimenti tardivi e inefficienti”. A supporto ha citato uno studio dell’Anci sulle ordinanze di oltre 300 sindaci d’Italia, i cui risultati dimostrano che non hanno portato alla soluzione dei problemi. Secondo il consigliere, occorre piuttosto rafforzare “l’intero controllo del territorio”.

Secondo Eugenia Rossi, Idv, “le modifiche al regolamento riguardano in particolare i comportamenti dei ‘poveri disgraziati’. Mancano le disposizioni certe e ineludibili, e se è vero che le famiglie sono il primo luogo in cui si verificano comportamenti illeciti nell’uso di sostanze alcoliche ed eccitanti, non possiamo più confidare su genitori e scuola: come Amministrazione dobbiamo darci delle norme”.

Per Stefano Barberini, capogruppo della Lega nord, “in questo dibattito si è parlato di tutto, quando le modifiche sono in realtà molto ristrette. E’ positivo proibire l’accattonaggio, ma il cambio di regolamento non è molto incisivo. Inoltre, le problematiche che si stanno verificando in città non sono altro che la sottolineatura di una cattiva amministrazione”.

Per il Pd, Stefano Prampolini, parlando della movida notturna nelle zone di via Gallucci e piazza Pomposa, ha sottolineato la necessità della collaborazione con i gestori dei locali per governare i problemi che possono nascere dalla concentrazione di giovani e ha ricordato “che le modifiche al regolamento sono state apprezzate dalle associazioni dei commercianti”. Inoltre, il consigliere ha evidenziato l’importanza di interventi di prevenzione ed educazione. Secondo William Garagnani “il testo del regolamento rappresenta un notevole punto di equilibrio tra varie esigenze presenti nel contesto urbano. L’originalità consiste nell’aver accorpato le ‘gride’ di manzoniana memoria in un testo più organico. Il documento va incontro anche ai contenuti della sentenza del 1995 della Corte costituzionale sul trattamento riservato alla mendacità”. Maurizio Dori ha ricordato che “elemosina e accattonaggio non sono più considerati un reato, a meno che non coinvolgano minori, e che da tempo il testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza non contiene riferimenti in merito. Il compito di introdurre norme ricade quindi completamente sui sindaci, come ha inteso fare il decreto Maroni”. In dichiarazione di voto, il capogruppo Paolo Trande ha detto di non capire “come si possa contestare al Consiglio comunale la capacità di aver inciso sulla delibera finale. Spesso ci lamentiamo di essere messi innanzi a documenti predefiniti senza poterli modificare, ma questo è un caso virtuoso. La delibera è importante: inserisce nel regolamento le ordinanze emanate dall’Amministrazione”.