Preso atto delle note tecniche pervenute all’attenzione delle forze politiche , il dipartimento Welfare e Sanità del Partito Socialista, intende dare il proprio contributo programmatico per la successiva scelta politica.
1) Innanzitutto i Sindaci dei Comuni di Castelfranco Emilia, Finale Emilia, Carpi, Pavullo hanno espresso parere e formulato richieste che vanno applicate come correzioni alle proposte di PAL.
Non sono richieste strumentali, hanno valore democratico assoluto: chi paga la sanità sono i cittadini, che le istituzioni rappresentano e che non sono più disponibili a farsi governare da tecnici che non danno riscontro ne valore alla istanza primordiale di base.
Una prima valutazione, propedeutica ai successivi ragionamenti, riguarda la disponibilità e la sostenibilità economica, per un cambio di rotta necessario,visto costi e risultati del sistema sanitario modenese.
La cifra di base è rappresentata dalle entrate dal Fondo Sanitario Regionale quantificabile in circa € 1.200 milioni, alle quali vanno aggiunte entrate proprie per circa € 220 milioni .
Visti i costi quantificabili in € 1.400 milioni siamo sotto di circa 20 milioni di euro.
Altro dato, considerato negativo, i tagli operati dal Governo Centrale ,non solo per la spesa corrente, ma per il finanziamento della spesa in conto capitale,assolutamente insufficiente.
Partiamo da un concetto di carattere generale: il “benessere“ che contiene intrinsecamente al suo interno anche il concetto di mantenimento di buona salute.
Se riusciamo ad ottenere risultati, riteniamo che la spesa sanitaria possa trovare un assestamento al ribasso o quanto meno il mantenimento quantitativo.
Evitiamo di fare analisi sociologiche sulla struttura della società modenese, fortemente mutata nella composizione, negli usi e costumi,ma sono evidenti le richieste di nuovi bisogni nel campo sanitario e sociale.
Sembra evidente che la politica debba dare risposte concrete.
Oggi sempre di più il cittadino chiede di essere accudito ed accompagnato davanti ad una situazione di malessere o malattia.
Tale richiesta porta ,talvolta, ad una spropositata medicalizzazione che si ripercuote sul numero di accessi verso il pronto soccorso,punto dove si trova qualificazione con risposta garantita, anche se dobbiamo riconoscere e quindi risolvere la questione degli accessi impropri.
Noi crediamo che la risposta, anche se parziale,possa essere la conoscenza e la prevenzione.
Bisogna correggere il fenomeno dei codici bianchi, che spesso finisce per soffocare e sovraccaricare i Pronto Soccorso a scapito dei pazienti che presentano una patologia grave ed urgente.
Si ritiene che i codici bianchi siano condizioni vissute dal paziente come reale esigenza di essere seguito in tempi rapidi,si ritiene,quindi di creare degli spazi ove i medici e pediatri di base, psicologi ed infermieri, a turno, nell’arco della fascia orario 8/20 gestiscono i codici bianchi..
Abbiamo preso visione ed atto della notevole mole di interventi tecnici messi in rete prima e dopo la conferenza provinciale del 3-4 dicembre 2010.
Un importante contributo che dovrebbe orientare la “politica“ per costruire un Piano all’altezza dei tempi e della cultura modenese.
Per una valutazione critica, ma anche ponderata, dovremmo prendere atto che ,ultimamente all’interno del sistema sanitario modenese , ci sono state polemiche graffianti, con fatti che hanno disorientato l’utenza e che qualcuno ho ipotizzato quale frutto avvelenato di guerra tra bande.
I Socialisti,immediatamente, hanno chiesto, l’allontanamento del Direttore Generale dell’Azienda Policlinico, per “ culpa in vigilando”.
Per le responsabilità inerenti la conduzione del reparto ci rimettiamo, con fiducia, alla Magistratura ed alle responsabilità politiche della Regione.
Per entrare nel merito,in via di principio, siamo convinti di spostare risorse dagli ospedali al territorio come siamo convinti della organizzazione a rete degli ospedali,ovviamente “rete” a maglia stretta basata su tre punti cardinali (area nord- centro-sud).
Non è più possibile, visto l’acclarato fallimento, di una sanità ospedaliera modenacentrica, anche se in città insistono due dei più importanti punti ospedalieri della provincia ed una forte presenza di strutture private convenzionate.
Alla costruzione del PAL dovrebbero partecipare,anche,le strutture private,compreso il “Nuovo Ospedale di Sassuolo spa.” tenuto conto che questa ultima struttura, pur partecipata al 51 % dal pubblico, fin dalla sua costituzione, sembra avere assunto la caratteristica di “corpo separato” e caso veramente strano, la “politica“ non ne parla.
Ci sembra necessario tagliare,facendo preventivamente l’analisi delle priorità, le prestazioni che non funzionano o inutili ,frutto,talvolta,di mode o di conto economico.
Non è più possibile mettere sul mercato offerte che limitano risorse alla medicina di base o quanto meno producono un mercato indotto a carico del SSN.
Ovviamente, lungi da noi il volere limitare certe specializzazioni, o entrare nel merito di esse, ma un paese libero e democratico, prevede ,anche, il “ rischio di impresa” e nel nostro caso anche “rischio professionale”.
Siamo convinti per una Direzione Generale unica per la Sanità Provinciale con un rapporto di collaborazione e di recupero delle sinergie provenienti dalla Università.
1) Riduzione dei distretti a tre ( Sud.- Nord- Centro )
2) Baggiovara sede dell’Ospedale di città, con dipartimento di emergenza e centro trasfusionale. Intervento quali-quantitativo sui posti letti di chirurgia e traumatologia.
3) Policlinico struttura,oltre che di didattica e ricerca,sede di dipartimenti di cura. Interventi quali-quantitavi sui letti di medicina e implementazione della Cardiochirurgia.
4) Non vediamo l’utilità del S.Agostino –Estense e quindi una soluzione potrebbe essere l’accorpamento presso il Policlinico.
Negli ospedali di Carpi e Sassuolo,oltre al mantenimento dell’attuale organizzazione,anche se per Sassuolo,come si diceva sopra,ci sarebbero da verificare alcuni percorsi prioritari, mettere a disposizione spazi, in convenzione con l’Università, per la didattica, secondo le specializzazioni compatibili con il PAL
Riteniamo utile il mantenimento degli Ospedali di Castelfranco e Finale nell’Emilia ed è fondamentale il mantenimento dei presidi diurni di primo soccorso, i reparti di medicina e lungo-degenza riabilitativa,per permettere ai cittadini residenti in tali aree ed in particolare gli anziani che abbisognano di tempi di recupero superiori.
Bisogna, anche, mantenere e potenziare le offerte chirurgiche da eseguirsi in Day Surgery che devono comprendere tutte le specialità per potere offrire a tutti i cittadini della provincia medesime opportunità relativamente agli interventi di chirurgia minore lasciando ai presidi maggiori interventi a maggiore complessità.
Relativamente alle strutture ospedaliere di Mirandola, Pavullo e Vignola fondamentale è il mantenimento degli attuali posti letto e le specialità di medicina,chirurgia ed ortopedia . Per Mirandola il mantenimento della ginecologia da gestirsi in sinergia con Carpi .
Altra questione è il rinnovo delle attrezzature sanitarie negli ospedali di base,fortemente obsolete ed anche la dotazione di sussidi informatici per il necessario dialogo con le sedi centrali e periferiche Riteniamo importante,per l’Ospedale di Pavullo,vista la copertura territoriale, un necessario intervento strutturale,in particolare sul Pronto Soccorso, sale operatorie ed aree di degenza.
Ci riserviamo di verificare la questione dell’emergenza cardiologica e la possibile organizzazione a rete, cosa fortemente discussa ma lontana da soluzioni tecniche.
Riteniamo anche che per gli interventi di bassa e media complessità debbano essere,dai CUP,favorite per i pazienti di provenienza locale, dapprima le strutture pubbliche, lasciando alle private libera scelta per i pazienti extra regionali.
Va migliorata la situazione lavorativa di tutto il personale,tenuto conto delle ultime disposizioni sul benessere organizzativo e la riduzione dello stress correlato.
2) Queste proposte di sintesi hanno due significati:
a) il primo riformista che tiene conto che il livello raggiunto della sanità modenese anche per merito di una scuola medica e di operatori che nella stragrande maggioranza percepisce il proprio lavoro come servizio;
b) il secondo che nulla concede alle lobbies di vario titolo e livello che pensando di essere usciti dal controllo politico-partitico agiscono in una dimensione personalistica dando scandalo giornaliero sia con lotta di potere che con vari esempi di malasanità.
I Socialisti ritengono che le istituzioni vadano supportate nella lotta agli eccessi come nel favorire cambiamenti e alternanze nelle guide tecniche di ospedali.
Così come nel rapporto pubblico privato è per i Socialisti elemento di qualità se portano pubblicamente alla luce,reso paritario nei pareri, è valutato per qualità dei servizi resi,controllato e utilizzato per la sinergia che porti al miglioramento dei servizio secondo la schema “meno burocrazia più qualità e velocità nella risposta da dare al cittadino“.
PSI Dipartimento Welfare e Sanità