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Crisi pesche e nettarine: agricoltori di Cia , Confagricoltura e Copagri a Faenza chiedono norme chiare per disciplinare il settore


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Adeguamento degli strumenti di difesa dalle crisi di mercato e delle strategie commerciali delle Organizzazioni dei produttori (Op) ai nuovi scenari competitivi sui mercati, nonché l’equa ripartizione del valore aggiunto nella filiera.

Lo chiedono ad alta voce i produttori di pesche e nettarine che il 22 luglio hanno promosso una iniziativa a Faenza sulla crisi di un settore che a livello nazionale (l’Italia è il secondo produttore al mondo) crea un fatturato di circa 23 miliardi di euro con circa 14 milioni di quintali di prodotto. “Negli ultimi anni abbiamo già attraversato ben cinque crisi – hanno spiegato le organizzazioni agricole promotrici Cia, Confagricoltura e Copagri – con ricadute pesanti anche per l’indotto che coinvolge migliaia di posti di lavoro”. Nella sola Emilia Romagna sono oltre 4 milioni le ore lavorate nel settore frutticolo, un comparto che con l’indotto crea occupazione su tutta la filiera. Con lo slogan “Voltiamo pagina”, i frutticoltori, hanno lamentato la scarsa attenzione verso un’agricoltura di qualità alla quale non vengono riconosciuti meriti sul piano del reddito, ma soprattutto non gli viene riconosciuto il ruolo importante di volano per una economia che si sviluppa su tutta la filiera, dove l’anello debole è il produttore. A margine dell’iniziativa gli agricoltori con decine di trattori hanno organizzato un pacifico presidio a ridosso del casello autostradale di Faenza e Imola, mostrando “belle pesche e di qualità che vengono pagate al frutticoltore 25 centesimi al chilo, al di sotto dei costi di produzione, mentre sui banchi della spesa il consumatore le paga 2 euro”.

Le organizzazioni, attraverso la sottoscrizione di un articolato protocollo si sono impegnate a sviluppare una forte iniziativa nel mondo agricolo per incidere sull’esito della campagna in corso, oltre che progettare azioni e strategie per ridare un futuro all’ortofrutta dei territori emiliano romagnoli.

“Le condizioni per il successo di tali azioni stanno nello sforzo comune nel realizzare la massima unità nella difesa degli agricoltori, con proposte ed iniziative convergenti – hanno spiegato – con azioni che devono incidere livello di Unione europea, nazionale e regionale”. In particolare:

1- verso la Commissione UE per ottenere finalmente risposte per il rafforzamento dei meccanismi di prevenzione delle crisi di mercato e ristoro delle perdite per interventi urgenti per la crisi in atto. Proseguire la pressione dopo l’incontro della delegazione agricola in ambito UE del 19-7-11 e promuoveremo incontri con altri Paesi produttori per definire forme di pressione comune. In questa azione proseguire l’azione per il coinvolgimento europarlamentari per impegnarli nella difesa del settore.

2- verso il Governo italiano per sensibilizzarlo ad avere una azione incisiva i campo europeo e per l’assunzione di tutte le azioni di sostegno ai produttori, per la ridefinizione legislativa sulle responsabilità della distribuzione verso i fornitori e per promuovere le intese interprofessionali per la gestione dei mercati. Analoga iniziativa verrà sviluppata verso i parlamentari nazionali eletti in Regione, con all’oggetto gli insoddisfacenti i rapporti con la Grande distribuzione organizzata europea e nazionale.

3- Verso la Regione Emilia-Romagna attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni firmatarie nei momenti e nei tavoli in cui si definiscono politiche che incidano sulle aziende agricole ( Tor – Tavolo ortofrutticolo regionale, piani operativi delle Op – Organizzazioni dei produttori, Oi – Ortofrutta italia, l’organismo interprofessionale riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e presso l’Unione Europea che esplica le funzioni di Organizzazione Interprofessionale nel comparto ortofrutticolo ). Ciò al fine di contribuire, nel rispetto delle funzioni degli strumenti imprenditoriali, alla migliore regolamentazione della produzione nell’ambito di accordi interprofessionale con industria di trasformazione, distribuzione e bioenergia e nella predisposizione di strategie e politiche commerciali unificanti al fine di consolidare un prezzo remunerativo per gli agricoltori .

“Questa piattaforma, per essere vincente, deve vedere un grande sforzo congiunto tra i produttori, il sistema delle imprese di commercializzazione, le organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo e le istituzioni locali, nazionali e comunitarie – hanno sottolineato Cia, Confagricoltura e Copagri – finalizzato ad innovare, da subito e per la prossima campagna frutticola, il sistema d’offerta ed aumentare la competitività del nostro sistema organizzato. Tutto ciò nella consapevolezza che occorre ricostruire la fiducia delle imprese agricole nelle Op Organizzazioni dei produttori, cui è demandata la funzione di dare redditività alle imprese agricole. Un impegno cui debbono essere orientate le dinamiche imprenditoriali delle strutture economiche ed i criteri di valutazione del loro operato”.