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Caccia in deroga allo storno, Cia : “Temiamo un incremento dei danni alle coltivazioni pregiate del territorio”


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La giunta della regione Emilia Romagna ha approvato mercoledì scorso la delibera che consente la caccia in deroga allo storno in alcuni comuni della nostra regione allo scopo di prevenire i danni che questi causano alle produzioni agricole. A seguito del parere espresso dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che una recente comunicazione della Commissione europea ritiene vincolante, la Delibera ora approvata si differenzia notevolmente da quelle approvate gli anni scorsi.

Dal prossimo 1 settembre e sino al 30 novembre (18 dicembre nelle province di Ravenna, Forlì Cesena, e Rimini) lo storno si può cacciare solo da appostamento fisso e temporaneo nei comuni individuati, nel raggio di 100 metri dai confini degli appezzamenti, in presenza di frutti pendenti e solo dove sono in atto sistemi dissuasivi incruenti a protezione delle colture.

“Appaino subito evidenti le limitazioni ed i rischi che tale deliberazione introduce – commenta la Cia – e certamente si va a limitare l’attività di caccia: conseguentemente potranno aumentare i danni provocati dallo storno. Ancora una volta i problemi degli agricoltori vengono dopo altri interessi. Ricordiamo che lo scorso anno i danni causati dallo storno risarciti dall’ente pubblico sono stati di di 198.000 euro. La cosa poi appare ancora più incomprensibile se si considera che si sono avviate le procedure per inserire la specie storno tra le specie cacciabili – precisa ancora la Confederazione – dando così ragione alle annose richieste che anche la Cia da tempo avanzava, considerato che la specie è cacciabile in tanti altri paesi dell’Ue e che è tutt’altro che in estinzione”.

La procedura avviata si prospetta tuttavia molto lunga e difficilmente potrà essere conclusa prima del 2015. “Sino ad allora –commenta ancora la Cia – se l’Ispra non cambierà idea, ci troveremo nella strana situazione in cui la caccia in deroga allo storno sarà di fatto fortemente limitata, i danni provocati da questo uccello aumenteranno in attesa di poterlo cacciare. Difficile dare una logica spiegazione a tutto questo”. La Cia auspica infine che ancora una volta agricoltori e cacciatori siano capaci di trovare le necessarie integrazioni “per dare la massima efficacia all’azione di prelievo nelle forme che la delibera impone”.