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Al via la la stagione venatoria: domenica 18 settembre apre ufficialmente la caccia nel territorio bolognese

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Il 18 settembre parte ufficialmente la stagione venatoria 2011-2012. Il calendario approvato dalla Giunta provinciale prevede periodi e quantità differenziati per le diverse specie con limitazioni più stringenti per i territori di interesse comunitario inseriti nella Rete Natura 2000 e destinati alla conservazione della biodiversità.

In particolare, con l’“apertura generale” di domenica prossima, gli oltre 6.000 appassionati bolognesi che hanno ritirato il tesserino venatorio, a cui si aggiungono i circa 3.000 provenienti da altre regioni e province, potranno cacciare lepri, fagiani, pernici rosse, starne, quaglie, volpi, corvidi, beccaccia, colombaccio e le varie specie di anatidi.

Fino al 2 ottobre, l’attività è limitata alle giornate fisse di giovedì e domenica: solo al mattino, sino alle 13, per chi usa il fucile. Ai falconieri, ossia a coloro che al posto del fucile utilizzano falchi addestrati (nella provincia di Bologna sono 7) sono invece riservati i pomeriggi, dopo le 13 fino al tramonto.

Per le altre specie, invece, il calendario venatorio, consultabile sul sito www.provincia.bologna.it/cacciapesca, prevede periodi differenziati: ad esempio, per i cinghiali la caccia è iniziata in maggio, mentre per i caprioli è partita in giugno.

Il numero di animali che ciascun cacciatore può abbattere è stabilito con limiti precisi (ad esempio, per le lepri quest’anno il limite è di 7 esemplari nell’arco dell’intera stagione, invece dei 10 tradizionali).

Sul rispetto delle regole vigileranno la Polizia provinciale e i volontari autorizzati a svolgere le funzioni di guardie giurate.

“Affiancandosi alle nostre attività di controllo delle specie e rispettando le indicazioni e i limiti del calendario venatorio, i cacciatori contribuiscono a mantenere l’equilibrio tra le attività antropiche, in particolare quelle agricole, e la natura – commenta l’assessore provinciale Gabriella Montera –. I periodi di caccia rispettano i cicli biologici di ciascuna specie e le quantità imposte di animali abbattibili salvaguardano la ricchezza della fauna del nostro territorio”.