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Spezzano: il giorno di Cesare Baglione


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E’ lui l’ospite più atteso domenica 16 ottobre, alle ore 16, al Castello di Spezzano. Finalmente il suo nome torna a risuonare, dopo più di 400 anni nella Sala delle Vedute che dipinse alla fine del Cinquecento, lasciando ai posteri uno straordinario documento ‘fotografico’ dei 56 possedimenti di Marco Pio. Il tempo non aveva cancellato la sua opera, ma il nome era stato dimenticato, come i documenti che lo citavano e se già da diversi anni la storica Gianna Dotti Messori l’aveva evocato insieme ad altri due artisti della medesima scuola, la mancanza di documenti certi l’aveva costretta ad attribuire la scuola, ma non la singola mano. Gli studi recenti, realizzati in collaborazione con l’Università di Bologna e i cui frutti sono pubblicati da Marsiglio Editore, a significare la valenza artistica e storica a livello nazionale della Sala dlle Vedute, quando già erano alle ultime indagini, hanno rinvenuto nell’Archivio di Stato di Milano un documento contabile che ha riportato Cesare Baglione fra i protagonisti che hanno operato a fiorano, uno dei più importanti pittori di fine Cinquecento attivi in ambito emiliano, caratteristico per il tocco veloce, la rapida esecuzione, la grande maestria.

Il documento contabile è sopravvisssuto allo scarto e ha girato fra antiquari e privati, prima di tornare nella disponibilità della comunità nazionale ed è una coincidenza, ma anche un’occasione di riflettere sull’importanza degli istituti che preservano la storia e la memoria, che mercoledì prossimo a Modena si svolga il XVI Convegno nazionale di Studi del Centro Studi Nazionale sugli Archivi Ecclesiastici di Fiorano e Ravemma sul tema ‘Le conseguenze sugli archivi ecclesiastici del processo di unificazione nazionae: soppressioni, concentrazioni, dispersioni’, facente parte delle celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e, alal cui presentazione, sia stato alzato un grido di allarme sul futuro degli archivi e delle biblioteche in Italia a causa di tagli che si aggiungono a tagli.

Cesare Baglione, nome che ai più dice poco, ma è invece noto agli storici dell’arte e del patrimonio emiliano, lo troviamo a Firenze nel 1565 fra gli artisti impegnati nell’addobbo della città in occasione delle nozze fra Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria. Nel 1575 passa al servizio dei Farnese di Parma per rimanervi fino alla morte nel 1615. Gli sono state attribuite decorazioni nella badia cistercense di Paradigma, nel Palazzo Marazzani a Piacenza, nella Rocca di Soragna, nel Castello di Torrechiara e nella Chiesa di San Sepolcro a Parma.

Cesare Baglione è stato descritto come “gran praticone risoluto e copioso, come quello che d’ogni cosa dipinse: fiori, frutta, prospettive, quadratura, sfondati, fregi, animali, figure a fresco, a olio, nonché uomo estroso e gioviale”. “Studiò da sé la quadratura o prospettiva”. “Il suo pennello dà varietà e vita a quelle seu painure, a quegli amenissimi colli, alle invenzioni più piacevoli”. “Lasciò molte pitture a fresco, tutte convenienti al luogo; così effigiò nella dispensa cibi di varie specie e chi li apparecchia; nel forno, la vita del fornaio; ne’ lavatoi, belle lavandaie turbale da strani accidenti ne’ loro ufficii: cose tutte piene di verità e di spirito”. “Fu amicissimo dei Carracci – scrive Stefano Ticozzi nel 1830 nel suo dizionari degli artisti – e di quanti valentuomini amavano di recrearsi, dopo le fatiche dell’arte con oneste burle e piacevolezze. Più vecchio assai de’ Carracci li superava in giovialità. Era peraltro nelle cose d’importanza capace di savissimi consigli e sapeva con la parola e coi fatti mostrarsi amorevole e leale amico; e dice che più volte si intromise nelle fequenti dispute che nascevano tra Agostino e Annibale Carracci”. “Essi lo contraccambiavano d’altrettanta amicizia; solo si trastullavano di lui quando tolse a dipingere rabeschi, ch’ei fece assai goffi. Spensierato come un pittore, dicesi che dovendo rappresentare alla corte di Parna alcuni rottami d’antichità, come sarebbero teatri e acquedotti, pensando che solo a Roma potrebbe copiarli dal vero, in pianelle e berretto come era, se ne andò a Roma, e ritornò un mese dopo con molti e bei disegni”.

Fra realtà e leggenda… ci sarà tempo per approfondire la conoscenza con Cesare Baglione a cominciare da domani, quando l’assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Fiorano Modenese, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Università degli Studi di Bologna, nell’ambito delle iniziativa ‘Suggestioni fra le torri’ della Rete dei Castelli di Modena, presenta il volume ‘Sala delle vedute. Il ritratto dello stato dei Pio nel castello di Spezzano”, a cura di Francesco Ceccarelli e Maria Teresa Sambin de Norcen, Marsilio Editori. Intervengono il sindaco di Fiorano Modenese Claudio Pistoni, l’assessore alle politiche culturali Anna Lisa Lamazzi, il direttore regionale Beni Culturali e Paesaggistici Emilia Romagna Carla di Francesco, il soprintendente Beni Storici e Artistici di Modena e Reggio Emilia Stefano Casciu, il professore emerito dell’Università di Bologna Anna Maria Matteucci, il professore ordinario all’Università di Pisa Lucia Nuti, l’assessore provinciale alla cultura di Modena Elena Malaguti. Il volume è possibile acquistarlo dalle ore 17 presso il punto vendita del Castello di Spezzano; dalle ore 18 viene offerto un aperitivo con assaggi di dolci tradizionali del territorio, a cura del Ristorante La Castellana.