Anna Politkovskaja era una giornalista e ancor prima una testimone. Anzi, una donna. E con la tenacia e la forza che sono proprie di tutte le donne ha vissuto fino all’ultimo sostenendo le sue idee, senza mai desistere. Da questi aspetti paralleli – essere donna, testimone e giornalista insieme – prende vita ‘Donna non rieducabile’, lo spettacolo teatrale scritto da Stefano Massini e interpretato da Ottavia Piccolo che, grazie al contributo di Confindustria Modena, è stato inserito nel programma di ‘Ottobre Rosa – Ricordati di Te’ 2011. L’associazione degli imprenditori modenesi conferma così, per la terza volta consecutiva, il suo prezioso impegno per promuovere e arricchire la campagna dell’Ausl dedicata alla prevenzione dei tumori femminili. «Siamo partner di ‘Ottobre Rosa’ fin dalla prima edizione, ricorda infatti Roberta Caprari, vicepresidente di Confindustria Modena, perché prima che imprenditori, manager e lavoratori siamo persone, donne e uomini e non possiamo non condividere a pieno l’idea che si debba fare ogni sforzo affinché la cultura della prevenzione si diffonda il più possibile, anche fuori dai luoghi di cura». ‘Donna non rieducabile’, che andrà in scena domenica 23 ottobre alle ore 21, presso l’Auditorium Marco Biagi di Modena, è «uno spettacolo che conferma come la prevenzione possa e debba passare anche attraverso la cultura e l’arte», spiega ancora Roberta Caprari.
A tessere le fila del monologo sarà l’attrice Ottavia Piccolo che con grande maestria farà rivivere la voce di Anna Politkovskaja, uccisa a causa del suo impegno sul fronte dei diritti umani e per il coraggio e la passione con cui ha saputo compiere il proprio lavoro di cronista. Il testo è il risultato di una selezione di inchieste, articoli, denunce, dichiarazioni e lettere scritte dalla giornalista e assemblate da Massini, con un’impostazione quasi documentaristica, priva di qualsiasi tentativo di drammatizzazione. Ne nasce uno spettacolo dai contenuti forti, ma delicato nella maniera ed estremamente rispettoso della figura di questa ‘donna straordinaria’. Il tentativo è quello di costruire un album d’immagini in presa diretta, offrendo tanti piccoli zoom su situazioni precise, atmosfere, stati d’animo. La scelta, dunque, è di non servirsi delle parole della giornalista per costruire un personaggio teatrale ma, al contrario, di mettersi al loro servizio, preoccupandosi solo di consegnarle intatte all’orecchio attento del pubblico.
C’è ben poco da aggiungere, d’altronde, alle immagini che si materializzano attraverso quelle parole: il colore bruno del sangue in mezzo alla strada, il rumore delle bombe che troncano il sonno, le macerie. Ottavia Piccolo, da parte sua, sembra fare una sorta di’inventario meccanico, un resoconto ‘oggettivo’ dell’orrore. Per lasciare al pubblico – ancora una volta – il dovere e il diritto di interpretare le parole della Politkovskaja. Un momento di riflessione, dunque, sul valore della libertà nell’epoca della comunicazione globale e sull’incredibile dignità che le donne dimostrano davanti alle difficoltà della vita. Ad arricchire la performance ci penserà poi la musica suggestiva ed emozionante di Floraleda Sacchi, una delle arpiste più importanti del mondo. Un appuntamento, quindi, assolutamente da non perdere. Con la storia, l’arte e la prevenzione.
L’ingresso allo spettacolo è gratuito, fino a esaurimento posti.
Anna Politkovskaja, donna e giornalista simbolo di libertà
Anna Stepanovna Politkovskaja (1958 – 2006) è stata una giornalista russa, molto conosciuta per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, per i suoi reportage dalla Cecenia e per la sua opposizione a Vladimir Putin. Nei suoi articoli per il quotidiano d’informazione Novaja Gazeta condannava apertamente l’esercito e il governo per lo scarso rispetto dei diritti civili dimostrato sia in Russia che in Cecenia. Il 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja viene assassinata nell’ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando dopo il lavoro. La sua morte, da molti considerata un omicidio operato da un killer a contratto, ha prodotto una notevole mobilitazione in tutta la Russia e nel mondo, affinché le circostanze dell’omicidio venissero chiarite. Già nel 2001 Politkovskaja era stata costretta a fuggire a Vienna a seguito di ripetute minacce ricevute via e-mail da Sergei Lapin, un ufficiale da lei accusato di crimini contro la popolazione civile in Cecenia. Nel settembre del 2004, mentre si sta recando a Beslan durante la crisi degli ostaggi, viene improvvisamente colpita da un malore e perde conoscenza. L’aereo è costretto a tornare indietro per permettere un suo immediato ricovero. Si suppone un tentativo di avvelenamento, ma la dinamica dell’accaduto non verrà mai chiarita del tutto. La data della sua morte ha un che di beffardo, dato che è anche il compleanno dell’allora presidente russo, Vladimir Putin. Il giorno dopo la sua prematura scomparsa la polizia russa sequestrò il computer di Politkovskaja e tutto il materiale dell’inchiesta a cui la giornalista stava lavorando. (fonte Wikipedia)