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In consiglio a Carpi in discussione due mozioni di Lorenzo Paluan


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Nel corso della seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 13 ottobre Lorenzo Paluan, capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Prc, ha presentato due mozioni, la prima per l’attuazione dell’articolo 12 dello Statuto comunale anche con modalità on-line, la seconda per modificare il comma 1 dell’articolo 29 del Regolamento comunale sulla consultazione dei cittadini e il referendum consultivo.

La prima mozione, presentata da Paluan anche in base ad una proposta fatta a suo tempo a Trieste dall’allora candidato Sindaco Consolini per agevolare la presentazione on-line di mozioni e ordini del giorno al Consiglio comunale da parte dei cittadini singoli od organizzati, nel suo testo finale così come modificato dal dibattito richiedeva che Sindaco e Giunta, “una volta definita l’identificazione certa dei firmatari dei documenti presentati on-line, predisponessero i necessari strumenti tecnici e gli atti necessari per introdurre modalità innovative per promuovere anche attraverso l’uso di Internet gli istituti di partecipazione previsti dallo Statuto e dei regolamenti vigenti”. L’assessore ai Sistemi informativi Cinzia Caruso, aprendo il dibattito, ha spiegato di ritenere “interessante questa proposta per aumentare la partecipazione diretta alla democrazia dei cittadini. E’possibile inserire sulla Rete civica una sezione dedicata, basandoci sul fatto che la nostra amministrazione aderisce al progetto regionale Federa”. Il Presidente del Consiglio comunale Giovanni Taurasi dal canto suo ha sottolineato l’esigenza di risolvere il problema dell’identificazione del firmatario, per evitare le sottoscrizioni multiple. “Già lo Statuto vigente, frutto di una stagione politica di grande attenzione al tema della partecipazione, prevedeva l’uso di strumenti telematici per realizzare gli istituti di partecipazione previsti. Dobbiamo però capire come si può dare corpo a questa proposta, che può essere estesa anche ad altri istituti di partecipazione dei cittadini”. Taurasi ha perciò chiesto a Paluan di modificare premesse e conclusione della sua mozione, in modo da mantenere l’obiettivo politico della stessa, ma collocandola all’interno del percorso e dei progetti citati dall’assessore Caruso e su cui sta lavorando l’amministrazione. Le modifiche auspicate dal Presidente Taurasi sono state accolte dal firmatario, auspicando che i tempi di attuazione non fossero troppo lunghi.

E’poi intervenuto il consigliere Pd Marco Bagnoli, che ha spiegato come sia necessario avere fiducia nelle nuove modalità di partecipazione dei cittadini, pur tenendo conto delle questioni di sicurezza legate a queste istanze. Il capogruppo dell’Idv Andrea Bizzarri invece ha sottolineato come queste novità possono avvicinare più persone alla politica, anche se ha manifestato timore per il fatto che possano nello stesso modo bypassare la politica stessa: “noi non dobbiamo perdere il controllo del polso della nostra comunità in quanto siamo rappresentanti di essa”. Luca Lamma (Fli) ha ripreso le parole di Bizzarri per dirsi contrario alla mozione di Paluan: “siamo noi che dobbiamo essere i degni rappresentanti dei cittadini, i veri interlocutori delle loro istanze”. E dopo che Giliola Pivetti, capogruppo di Alleanza per Carpi, ha spiegato che avrebbe votato a favore della mozione così come modificata dal dibattito “ma indicando che questa modalità è sperimentale e si può quindi recedere da essa” si è andati al voto. La mozione di Paluan ha avuto l’ok di tutti i gruppi presenti in aula, ad esclusione della Lega nord che si è astenuta, mentre Luca Lamma ha votato contro.

La seconda mozione portata da Lorenzo Paluan all’attenzione del civico consesso invece riguardava come detto la modifica del comma 1 dell’articolo 29 del Regolamento comunale sulla consultazione dei cittadini e il referendum consultivo. In pratica Paluan chiedeva di sostituire alla frase “qualora il numero dei votanti su un quesito referendario sia stato superiore alla metà più uno degli aventi diritto al voto” un nuovo testo che così recitava: “il Consiglio comunale si pronuncia entro trenta giorni dal momento della proclamazione dei risultati secondo le modalità stabilite nei commi seguenti”. Paluan ha spiegato che sia a livello locale che nazionale le maggioranze non sono tali visto che alle elezioni il 30% si astiene dal presentarsi ai seggi. “Quando si chiamano i carpigiani alle urne deve valere il voto di chi entra in cabina e non di chi non vota: no al quorum, anche perché il referendum comunale per il nostro Statuto – ha concluso Paluan – è solo consultivo e non vincola e inoltre richiede un numero di firme pari al 4% dell’elettorato, cioè in proporzione quasi il quadruplo delle firme necessarie per la presentazione di un quesito a livello nazionale”. Il capogruppo Pd Davide Dalle Ave ha ricordato aprendo il dibattito che da tempo è aperta una riflessione sul tema “ma non siamo disposti a modificare il quorum per una questione di rappresentatività”. Il capogruppo della Lega nord Argio Alboresi ha ribadito di essere contrario ad un quorum per i referendum comunali. “Deve decidere chi vota: introduciamo anche qui come a Novi il referendum non solo consultivo”. Giliola Pivetti, capogruppo di ApC, ha dal canto suo esordito chiedendosi come debba però essere interpretata la non partecipazione al voto, “che può dipendere da scarso interesse o scarsa comprensione del quesito o della posta in gioco. Senza quorum però si valorizzerebbe la politica e non si svilirebbe lo strumento referendario”.

Anche il capogruppo dell’Idv Andrea Bizzarri si è soffermato sulla difficoltà di determinare con precisione quanti non vanno alle urne per un motivo o per un altro. “Chi non partecipa però decide di non contare e questo rende possibile che chi vota conti di più di chi non vota. Questa modifica allo Statuto però è complicata e quindi necessita di un ragionamento comune tra le forze politiche”. E se il consigliere Marco Bagnoli (Pd) ha spiegato di essere contrario alla dittatura della minoranza e favorevole ad una maggiore comunicazione pubblica e al quorum la collega di gruppo Maria Grazia Lugli invece, ribadendo quali siano i ruoli di consiglieri ed amministratori e citando poi il caso Usa, ha definito i referendum uno strumento “abusato e costoso. Sono poche 2000 firme a Carpi per arrivare al voto, alziamo questo numero per coinvolgere veramente la popolazione”. Bruno Pompeo (Pd) ha dal canto suo affermato che ci vuole un quorum e un aumento delle firme richieste ma anche che spesso i referendum danno esiti che sono poi disattesi dai politici. Il Presidente del Consiglio Giovanni Taurasi ha preso la parola, paragonando in primis il referendum comunale a quello nazionale: “il referendum è uno strumento per fare politica, ma non è la politica. Come penso che sarebbe giusto togliere il quorum ai referendum nazionali a fronte dell’aumento del numero di firme necessarie per presentare alla Corte Costituzionale un quesito, così credo che avrebbe senso togliere il quorum a quelli comunali solo a fronte di un aumento notevole delle sottoscrizioni. Togliere solo il quorum svilisce il ruolo delle assemblee elettive e riduce la politica ad una raccolta di firme”. Luca Lamma (Fli) ha anch’egli poi ribadito l’importanza di avere un quorum per i referendum locali “sennò noi che stiamo a fare qui?”.

Lorenzo Paluan ha ripreso a questo punto il microfono per ricordare che il Consiglio comunale “mantiene tutte le sue prerogative anche dopo i referendum locali: se veramente volevate modificare il Regolamento comunale per quello che riguarda il numero di firme da raccogliere allora potevate farlo prima visto che questa mozione è di sette mesi fa. Mettetelo nell’agenda di questa maggioranza e seguite le procedure sulla presentazione degli odg, questo è rispetto. Governate con il 30% dei voti degli aventi diritto e non volete che non ci sia un quorum…” Nell’ambito delle dichiarazioni di voto sono stati avanzati da parte di alcuni intervenuti nuovi inviti a portare il tema sollevato dalla mozione di Paluan all’interno della Conferenza dei capigruppo consiliari (ad esempio da Bizzarri e Roberto Benatti, PdL) mentre Dalle Ave ha chiesto un atteggiamento più rispettoso e costruttivo nella discussione e Alboresi ha spiegato infine di voler dire sì alla mozione di Paluan “per dare un segnale”.

La mozione è stata poi votata da Paluan, Lega nord e ApC, contrari Pd, PdL e Fli, mentre l’Idv si è astenuta.