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Mat: Settimana della Salute Mentale. Oggi a Sassuolo esperti ed imprenditori a confronto


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Il lavoro come strumento di prevenzione, riabilitazione, e cura nell’ambito della salute mentale. E’ questo è il tema sul quale esperti, amministratori pubblici, esponenti di associazioni, ed imprenditori si sono confrontati questa mattina, alla sala conferenze di Confindustria ceramica, a Sassuolo. L’appuntamento, organizzato nell’ambito del calendario delle iniziative di ‘Mat’, settimana della salute mentale, ha voluto fare il punto, e tracciare gli obiettivi futuri, sulle pratiche riguardanti l’inserimento dei soggetti con disagio psichico nel mondo del lavoro.

“Non c’è salute senza salute mentale – ha affermato il Direttore del Servizio Salute Mentale dell’Ausl di Modena Fabrizio Starace. La salute mentale è un bene comune, che va tutelato e sostenuto da tutti, garantendo a ciascuno l’esercizio dei fondamentali diritti di cittadinanza tra cui, appunto quello del lavoro”.

“La nostra realtà associativa ed imprenditoriale è pronta a collaborare sia rafforzando e potenziando forme di collaborazione già avviate sia dando il proprio sostegno a nuove forme di attività tese all’inserimento in percorsi lavorativi di soggetti con disagio psichico – ha affermato Emilio Mussini, in rappresentanza di Confindustria Ceramica”.

“Il Comune di Sassuolo – ha affermato Claudia Severi, assessore comunale con delega alle pari opportunità, è impegnato a sostenere le iniziative tese alla prevenzione e al contrasto del disagio e dell’esclusione sociale. Per quanto riguarda la salute mentale ci sono ancora molti pregiudizi da abbattere e che oggi impediscono a molti soggetti di vedere realmente garantite pari opportunità nella società e tanto più nel mondo del lavoro. Ritengo che l’informazione e la conoscenza del problema, oltre che degli strumenti e dei percorsi per affrontarlo, sia la via maestra per garantire a tutti i soggetti che soffrono di disagio psichico, quei diritti che la legge mette già loro a disposizione per difenderli ma che spesso rischiano di essere dimenticati o non riconosciuti”.