Protesta “pacifica” dei detenuti del carcere bolognese della Dozza per ottenere l’amnistia o l’indulto. A raccontare dinamica e ragioni della protesta dei detenuti reclusi nell’istituto penitenziario bolognese, Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe. “I detenuti del carcere bolognese della Dozza – spiega in una nota – oggi hanno inscenato una protesta, sbattendo con oggetti metallici contro le inferriate, tanto da provocare un rumore assordante per tutto il tempo, e rifiutando il vitto dell’Amministrazione che è stato riportato indietro senza essere consumato”.
Alla protesta ha partecipato il 90% dei detenuti. “I detenuti – ragguaglia ancora la nota – hanno chiesto l’amnistia o l’indulto, perchè temono che, con l’estensione da 12 a 18 mesi della possibilità di espiare in detenzione domiciliari l’ultimo periodo di pena, saranno in pochi ad usufruirne, considerato che molti di loro sono stranieri e non hanno un alloggio o chi li ospita fuori”.
“La protesta, seppur pacifica, ha creato apprensione tra il personale di polizia penitenziaria, il cui numero, in questo periodo, è ulteriormente ridotto per il piano ferie in atto. Il reparto di polizia penitenziaria di Bologna – registra ancora la nota – è già carente di circa 200 unità; infatti, gli uomini a disposizione sono 370, a fronte di un organico previsto di 570 unità. I detenuti, invece, sono circa 1.200, a fronte di una capienza di 470 posti disponibili”.