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Unione Terre d’Argine, una nota dell’assessorato alle Politiche scolastiche


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La delibera del Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine del 23 novembre scorso, che sancisce l’assetto organizzativo delle Autonomie scolastiche sul territorio di Carpi, ha interpretato pienamente sia quanto richiesto dai Consigli d’Istituto sia quanto emerso dall’ampio iter di consultazione democratica del mondo della scuola. e delle conferenze distrettuali, provinciali e regionali. Nella delibera si sancisce quale deve essere l’assetto che meglio interpreta la verticalità del modello degli istituti Comprensivi, ma si chiede anche che rimanga nella disponibilità dell’Unione l’attuale numero di autonomie scolastiche (dirigenze e segreterie) nella fase triennale di programmazione regionale, in attesa della definizione del quadro normativo sui Centri Territoriali Permanenti per l’educazione degli Adulti (CPIA): idem sul numero minimo di alunni richiesto alle istituzioni scolastiche modificato a novembre e oggetto del confronto aperto fra Ministero e Regioni, a seguito anche del ricorso di queste ultime. Si è chiesto inoltre alla Regione la tutela degli organici delle scuole, anche questo in considerazione che a seguito della incompiuta riforma del titolo V della Costituzione gli organici sono materia concordata fra Stato e Regioni e a seguito dell’incompiuta riforma delle autonomie scolastiche si devono ancora regolamentare e applicare gli organici funzionali d’istituto. Solo una lettura confusa e superficiale o pregiudizialmente ostile può far interpretare diversamente la delibera. La Conferenza regionale di ieri ha confermato quanto deliberato dal Consiglio dell’Unione e, potendo – in questo quadro normativo – destinare solo alle Province e non anche alle Unioni un accantonamento di autonomie sui CPIA, al fine di rispondere alla richiesta dell’ente di mantenere sul territorio dell’Unione (e non indistintamente provinciale) le attuali autonomie e disponibilità d’organico, ne congela l’applicazione in attesa dell’evoluzione normativa e dell’esito degli accordi fra il nuovo Ministro e le Regioni.