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San Polo: operazione Totò truffa 62


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“Totò Truffa 62”, così è stata denominata la complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri della Stazione di san Polo d’Enza che, coordinati dalla Procura reggiana, hanno sgominato un sodalizio criminale che aveva organizzato una rete di importazioni di merce che trafugava ai danni delle ignare ditte che affidavano a loro i trasporti di ingenti partite di merce nella certezza di trovarsi davanti ad autentiche imprese di trasporto. Una ventina sinora i colpi addebitati agli indagati che hanno raggiunto un “fatturato” di oltre 1.500.000 euro. Una truffa congegnata in maniera orchestrale che ben si sarebbe inserita fra le varie truffe del celebre film Totò truffa 62 (da qui il nome dell’operazione ndr) dove si arrivò ad organizzare la vendita della fontana di Trevi ad un credulone turista americano.

Secondo le risultanze investigative dei Carabinieri di San Polo d’Enza gli odierni indagati collegandosi a Banche Dati Informatizzate del settore degli autotrasporti, clonavano imprese di autotrasporti realmente esistenti ed estranee ai fatti, riuscendo ad ottenere dalle aziende frodate, commissioni per trasporti di merci che poi facevano sparire nel nulla lucrando sul valore della merce da loro sottratta. A scoprirlo, come accennato in premessa, i carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza che a parziale conclusione di una meticolosa indagine denunciavano all’Autorità Giudiziaria 5 campani, che con un ingegnoso e collaudato modus operandi hanno portato a segno 22 truffe su tutto il territorio nazionale per un guadagno illecito stimato in 1.500.000 euro.

Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al compimento del reato continuato di truffa aggravata, ricettazione, sostituzione di persona e uso di atto falso, i Carabinieri di San Polo d’Enza hanno denunciato un 60enne di Pagani (SA), un 42enne di Torre Annunziata, un 37enne di Poggiomarino (NA), un 65enne di Poggiomarino (NA) ed un 40enne originario di Torre Annunziata ma residente a La Spezia. Delle più svariate province d’Italia (Napoli, Genova, Marsala, Reggio Calabria, Varese, Como, Milano, Pisa, Avellino, Bolzano, Salerno, Vicenza, Foggia, Pordenone, Como, Busto Arsizio, Nocera, Piacenza, Velletri, Sant’Angelo dei Lombardi, Santa Maria Capua Vetere, Bolzano, Torino, Venezia, Salerno, Viterbo, Treviso, Pisa, Cosenza) sono risultate essere originarie le aziende incappate nei cinque furbastri “autotrasportatori” che hanno mietuto vittime anche all’estero (Spagna, Inghilterra, Repubblica Slovacca e Polonia). La svolta alle indagini che ha portato alla scoperta dell’ingegnoso sistema e quindi a ripercorre le tappe di questa certosina attività criminale, si ricorda, avvenne ai primi di agosto dell’anno scorso quando i carabinieri di San Polo arrestarono un 60enne originario di Pagani (Sa), per truffa aggravata, ricettazione e sostituzione di persona ai danni di una ditta di autotrasporti di Napoli e di un corriere spagnolo. Le indagini stabilirono che l’arrestato si recò presso una ditta di San Polo dopo che i suoi complici, attraverso un portale in rete che offre servizi di autotrasporto, presero contatti con un corriere di Barcellona spacciandosi per una ditta, realmente esistente, di autotrasporti napoletana. Nello specifico, l’agente di trasporto avrebbe dovuto esportare materiale isolante da San Polo d’Enza presso una ditta sita in Spagna.

Ad assicurazione della buona riuscita della truffa, i malviventi inviarono ogni genere di garanzia (documenti assicurativi e certificazioni), accordandosi per prelevare la merce dalla ditta sampolese l’uno agosto 2011. Il corriere iberico, insospettito dal fatto che il trasportatore italiano gli avesse indicato soltanto dei recapiti telefonici mobili e degli indirizzi mail, contattò la ditta di autotrasporti napoletana reperendo su internet il numero della stessa, con il nome della quale si erano spacciati i truffatori, che, ignara dell’operazione, immediatamente avvisò i carabinieri di San Polo del tentativo di truffa. In quella occasione i militari di San Polo, che pazientemente si confusero in abiti borghesi tra gli operai della ditta, dopo aver atteso per ore l’arrivo del truffatore, sventarono la truffa traendo in arresto in flagranza il 60enne salernitano che si presento, con documenti falsificati al seguito, a ritirare la merce in questione. Nel proseguo delle indagini, i militari hanno accertato che, con il medesimo sistema, sono state perpetrate dall’aprile del 2010 all’agosto scorso una ventina di analoghe truffe sull’intero territorio nazionale ai danni di circa 70 vittime. Le indagini eseguite, hanno permesso di risalire agli odierni indagati solo in un secondo step dell’attività investigativa che ora sta ulteriormente proseguendo per risalire ad altri complici e ad altri analoghi colpi che si sospetta la banda abbia compiuto sull’intero territorio nazionale.

Nel corso dell’importante operazione di polizia sono stati sequestrati 2 mezzi pesanti nella disponibilità dell’associazione per delinquere, nonché svariata documentazione perfettamente contraffatta che va dalle Patenti di Guida alle Carte di Circolazione, passando per contrassegni e contratti assicurativi, andando a finire, finanche, alle targhe rubate ed addirittura clonate che erano apposte sui mezzi utilizzati dall’associazione per delinquere in modo da rendere, ulteriormente, complicato l’identificazione degli autori dei reati successivamente alla loro sparizione nel nulla.