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Il Consiglio comunale approva il piano di riqualificazine di Modena Ovest


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A metà 2013 il tratto di ferrovia tra Cittanova e via Paolucci scomparirà dopo 150 anni. E il cavalcavia non sarà più l’unico punto di collegamento dei quartieri Madonnina, Villaggio artigiano, Villaggio giardino e san Cataldo, che saranno riconnessi con percorsi pedonali, ciclabili e viari. Per la riqualificazione del Villaggio artigiano, in particolare, sono state redatte norme che prevedono di affiancare ad almeno un terzo di funzioni produttive residenze, uffici, commercio, attività di ristorazione e servizi a imprese e residenti. Saranno garantiti incentivi e sgravi economici per chi riqualificherà il proprio edificio rispettando la sagoma attuale e saranno previste norme semplificate per attivare la trasformazione riducendo al minimo i tempi e i costi della burocrazia.

Sono questi i principali contenuti della delibera sull’adozione del Piano operativo comunale di riqualificazione urbana del quadrante di Modena ovest, approvato nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 30 gennaio con il voto favorevole di Pd, Sinistra per Modena e Mpa, e contrario di Pdl, Modenacinquestelle.it e Idv. Con la delibera, che arriva dopo l’approvazione delle linee di indirizzo nel 2010, l’Aula ha dato l’ok al documento programmatico per la qualità urbana, che definisce gli obiettivi di riferimento per le future trasformazioni, e al Piano operativo comunale relativo al Villaggio artigiano e a via san Cataldo.

E’ stato respinto, invece, un ordine del giorno presentato in corso di seduta da Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it) che impegnava l’Amministrazione a prevedere per l’intervento di riqualificazione di Modena ovest l’autosufficienza energetica con l’impegno di fonti rinnovabili e con l’esclusione di quella prodotta dall’inceneritore. La mozione ha ricevuto il voto favorevole anche di Idv, contrario del Pd e l’astensione di Pdl e Sinistra per Modena.

“Dopo due anni di intenso lavoro di raccolta e analisi di dati urbanistici, economici e sociali, decine di incontri pubblici con cittadini e imprenditori, seminari con esperti nazionali e internazionali sui temi della riqualificazione urbana e dell’imprenditoria innovativa, confronti e workshop con professionisti per delineare possibili forme di trasformazione, l’Amministrazione è oggi in grado di procedere alla traduzione delle idee e delle linee di sviluppo individuate in appositi strumenti urbanistici”, ha affermato l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Daniele Sitta presentando la delibera.

In particolare, la storica linea ferroviaria Bologna-Milano verrà sostituita da un nuovo tracciato, posizionato più a nord, che condurrà da san Cataldo fino a Marzaglia, sede del nuovo scalo merci. Ciò consentirà di ricucire i percorsi oggi tagliati e di realizzarne di nuovi, passando da un unico punto di collegamento – il cavalcavia – a sette diversi attraversamenti. Sarà riaperta via Emilia, oggi divisa nei due rami di via Cabassi e via Tabacchi, verranno ricongiunte via Rinaldi e via Silone, saranno collegate via De’ Gavasseti e via Nobili tramite un nuovo svincolo con via Saltini, ci sarà un collegamento tra via Leonardo da Vinci e via D’Avia e in futuro verrà fatto un collegamento con la tangenziale, in particolare con via Zanfi, attraverso la nuova rotatoria che verrà realizzata su via Emilia. Verranno inoltre completate via Paolucci e via san Cataldo, che a nord raggiungeranno la zona del cimitero e lo svincolo di Ponte Alto, e verranno realizzati tratti viari e rotatorie che faciliteranno il deflusso dei mezzi verso la tangenziale. “Un nuovo accesso al cimitero Costa, la riqualificazione dell’area del cavalcavia Madonnina, il riuso del sedime ferroviario costituiranno un unico, grande sistema di spazio pubblico, dedicato al loisir e alla socialità”, ha aggiunto l’assessore. “E’ prevista la realizzazione di un viale di accesso al cimitero dal suo ingresso monumentale, finora mai utilizzato per la presenza della linea ferroviaria, e il cavalcavia Madonnina conoscerà nuovi usi più urbani grazie allo snellimento del traffico. Al posto della ferrovia – ha spiegato – verranno realizzati una pista ciclabile e una corsia riservata ai mezzi pubblici, che renderanno veloce e pratico il collegamento tra la stazione dei treni e la zona Fiera-Cittanova2000, mentre il tratto più vicino al centro storico potrà trasformarsi in una vera e propria passeggiata urbana”.

L’intervento al Villaggio artigiano, che mira alla trasformazione dell’area in zona mista senza snaturarne l’originaria funzione, riguarda 50 ettari di territorio, dove sono presenti 160 aziende e dove si stanno insediando nuove aziende giovani e creative. “Le regole definite consentiranno ad ogni proprietà di attivare la propria qualificazione senza dover concordare con altri proprietari le modalità di intervento. Il Comune non può sapere quando i proprietari decideranno di intervenire, ma quando lo faranno troveranno regole immediatamente utilizzabili”, ha concluso.

LUNGO DIBATTITO SULLA RIQUALIFICAZIONE

L’approvazione del Piano operativo comunale (Poc) di riqualificazione di Modena ovest, avvenuta lunedì 30 gennaio in Consiglio, è stata preceduta da un lungo dibattito durato quasi tre ore.

Ad aprire la discussione è stato, per il Pd, Stefano Prampolini, che ha parlato di delibera “di portata storica”, non solo “per l’importanza del Villaggio artigiano, ma anche per la storia della Madonnina e delle lotte di generazioni che hanno visto la nascita del polo artigianale e il tracciato della ferrovia che divideva le due entità urbane”. Per Stefano Goldoni, quello della riqualificazione di Modena ovest “sarà uno dei progetti migliori che verrà fatto nei prossimo 10-20 anni, con il riuso degli immobili in modo innovativo e con la ricucitura della città dopo la dismissione della linea ferroviaria”. William Garagnani ha parlato di laboratorio di intervento: “Il progetto di Modena ovest è uno strumento in mano ai legislatori del futuro per valutare come può essere avviata la rottamazione dell’edilizia fatta dal ’45 all’ ’75”. Il consigliere ha inoltre sottolineato che se “l’area nord di Modena è stata in gran parte demolita e si presta a una edificazione moderna, a Modena ovest si scommette sul contrario: recuperare l’esistente”. Secondo Enrico Artioli “la critica della mancanza di un progetto complessivo non è condivisibile: è un intervento che tiene conto di un’area ampia”. Importante inoltre, per il consigliere, è il tema di quali insediamenti produttivi vengono inseriti nell’area, che “potrebbero salvaguardare la memoria del vecchio Villaggio artigiano” e lo stimolo alla nascita “di una comunità territoriale che crei legami, relazioni e un rapporto in grado di dare identità al territorio”. In dichiarazione di voto, Paolo Trande, si è detto “allibito” della posizione dell’opposizione “dopo mesi, anni di retorica sulla cementificazione”, di fronte a “un progetto serio, con profilo culturale di grande livello, che si pone l’obiettivo di recuperare una zona della città. Ho l’impressione che a volte si cerchino più le bandierine che l’efficacia”.

Federico Ricci, Sinistra per Modena, ha affermato che sull’intervento di Modena ovest “si sono attuate forme di autentica partecipazione che hanno visto risultati concreti”. Il consigliere ha detto di condividere “l’esigenza di un progetto culturale e strutturale unico, da sviluppare in continuità con il territorio e attraverso il coinvolgimento della cittadinanza, che mi sembra ci sia stato”.

Per il Pdl, Olga Vecchi ha definito “inaccettabili” alcuni punti fondamentali: “La variante è l’ennesimo abominio urbanistico con cui si modifica il Piano regolatore a singoli pezzi. Oggi bisognava arrivare con un progetto più specifico e occorre un Piano regolatore nuovo, senza il quale l’Amministrazione è in perenne emergenza”. Sandro Bellei ha auspicato “la creazione di un piccolo museo di quello che è stato ed è il Villaggio artigiano, di cosa ha significato anche dal punto di vista culturale. Quando si cambia qualcosa e si rivoluziona una parte della città, si dovrebbe lasciare ai giovani traccia e memoria di cosa c’era prima”. Per Adolfo Morandi, “A Modena nord e a Modena ovest si sono tenuti atteggiamenti diametralmente opposti, che potrebbero essere considerati un andare contro se stessi”. Secondo il consigliere “non c’è necessità di conservare così com’è un’area così grande. Riqualificazione non vuol dire restauro con qualche variazione interna”.

Secondo Sergio Celloni, Mpa , “Modena ovest è una parte determinante della città e la politica del fare e del cambiamento è nell’interesse di tutti”. Il consigliere ha dichiarato il proprio voto a favore “per scelta cosciente; ogni situazione che può portare migliorie e innovazione alla società, dopo anni di ingessamento, va sostenuta. Vanno evitate improduttive contrapposizioni politiche”.

Per Eugenia Rossi, Idv, “è necessario prevedere e studiare un progetto più complessivo per tutta la città”. La consigliera ha espresso perplessità su una serie di elementi, dalla dismissione della ferrovia, che “potrebbe dividere invece che riunire”, all’ingresso monumentale “che potrebbe presentare le solite torri. Andava presentata la ristrutturazione prevista anche per questi settori”, ha aggiunto.

Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha sottolineato che “quella che sembra una cosa buona poggia su fondamenta non buone: sono stati sprecati ettari di territorio agricolo per evitare che l’alta velocità passasse per la città, mentre andavano quadruplicati i binari della linea ferroviaria storica”. Il consigliere ha evidenziato, inoltre, la differenza tra partecipazione e comunicazione: “Un annuncio ripetuto tante volte non ha niente a che fare con la partecipazione”.

Nella replica, l’assessore Sitta ha affermato che “non si può dire ad ogni occasione che bisogna fare un nuovo Piano regolatore. Quello attuale risale al 2003 e ha validità piena fino al 2020”. L’assessore ha infine aggiunto: “Auspico che nei prossimi anni sia possibile intervenire con una complessiva riqualificazione dell’impianto di energia elettrica, ma non possiamo obbligare a portare lì tutta la rete”.